15 dicembre 2011 00:00

I dati sulla lettura dei libri in Italia sono sempre sconfortanti. L’Istituto nazionale di statistica informa che nel 2010 solo il 46,8 per cento della popolazione dice di aver letto, per motivi non strettamente scolastici o professionali, almeno un libro nei dodici mesi precedenti. Ed è una percentuale ottimistica: molte persone dichiarano di leggere più libri di quanti ne leggano in realtà, oppure considerano tra i libri letti anche le guide turistiche o i libri di ricette.

Con il variare del titolo di studio, dell’area geografica, dell’età e della professione i dati possono perfino peggiorare. Legge almeno un libro all’anno il 28,9 per cento di chi ha la licenza elementare, il 34,5 di chi vive al sud, il 22,9 per cento di chi ha più di 75 anni, il 31,7 per cento degli operai. Le donne, invece, leggono più degli uomini: sono il 53,1 per cento rispetto al 40,1 dei lettori. Mentre la quota più alta di lettori (oltre il 59 per cento) è tra gli 11 e i 17 anni. Ma i “lettori forti”, cioè gli italiani che leggono più di undici libri all’anno, sono solo il 15,1 per cento.

L’Istat spiega anche che “avere tanti libri in casa e vivere con genitori che leggono libri, in particolare quando sono entrambi i genitori a leggere, rappresenta un fattore di forte influenza sui comportamenti di lettura dei figli”. Difficilmente gli ebook cambieranno qualcosa. Ma se anche riuscissero a conquistare un nuovo lettore, o ad aumentare di poco la quota di lettori forti, ci sarebbe da festeggiare. Magari con un buon libro.

Internazionale, numero 928, 16 dicembre 2011

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