28 luglio 2017 11:01

“L’apocalisse sembrava essere arrivata, ma non era apocalittica, vale a dire che per quanto i cambiamenti fossero traumatizzanti non erano la fine, e la vita continuava, e le persone trovavano cose da fare e modi di essere e persone con cui stare, e futuri plausibili e desiderabili cominciavano a emergere, futuri prima inimmaginabili, e il risultato era qualcosa di non diverso dal sollievo”.

L’ultimo romanzo di Mohsin Hamid, Exit west, è una storia d’amore e di guerra, di fuga e di speranza, di lutti, di separazioni, di ricerca della felicità. I protagonisti sono un ragazzo e una ragazza. Intorno a loro ci sono cieli abitati da droni ed elicotteri, porte che si aprono, persone che pregano, telefoni che come “antenne fiutano un mondo invisibile”. Exit west fa avanti e indietro tra un passato recente, un presente amplificato, un futuro prossimo, e racconta il mondo di oggi con più precisione di tanti articoli.

In un’intervista Hamid ha detto che “una parte della paralisi politica che vediamo negli Stati Uniti e in Europa è dovuta al tentativo di far finta che le migrazioni di massa non ci riguardino. Ma le migrazioni fanno parte della storia della nostra specie e sono il probabile futuro della nostra specie, e forse, chissà, i nostri nipoti apprezzeranno questo futuro più di quanto i nostri nonni abbiano apprezzato
il passato. Sono uno scrittore e quindi credo ci siano più cose da raccontare che da ricordare. Non c’è solo da guardare indietro, c’è di più. Possiamo ricordare dove siamo stati, ma anche immaginare dove altri potrebbero andare”.

Se in valigia c’è posto solo per un libro, è questo.

Venerdì 28 luglio esce il numero speciale di Internazionale sui viaggi, che resta in edicola tre settimane. Ci si rivede il 18 agosto. Il sito sarà sempre aggiornato.

Questa rubrica è stata pubblicata il 28 luglio 2017 a pagina 9 di Internazionale. Compra questo numero | Abbonati

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