21 maggio 2020 14:49

Tra i vari esperimenti planetari compiuti nostro malgrado in questi mesi di quarantena c’è quello del lavoro da casa. Nella storia recente non era mai capitato che tante persone modificassero drasticamente e così a lungo una consuetudine radicata come quella del lavoro in ufficio. I risultati non sembrano disastrosi, al punto che molte aziende pensano di prolungare il lavoro a distanza anche dopo la fine della pandemia, in particolare negli Stati Uniti, dove metà della forza lavoro sta lavorando da casa. In Germania il ministro del lavoro, Hubertus Heil, ha proposto una legge per permettere agli impiegati di restare a casa a tempo pieno o qualche giorno a settimana.

L’abbandono degli uffici ha tanti vantaggi, soprattutto se è fatto in modo flessibile e se lascia ai dipendenti un margine di scelta. Ma solleva anche diverse questioni. Per esempio: il lavoro a distanza difficilmente può sostituire gli scambi che avvengono negli uffici e rischia di isolare i lavoratori vanificando le loro rivendicazioni collettive. Oppure: lavorare da casa significa annullare la separazione tra tempo libero e tempo di lavoro, di solito a vantaggio di quest’ultimo. E poi c’è l’effetto sulle città. È vero che se milioni di persone smettono di spostarsi tra casa e lavoro il traffico si riduce, ma se gli uffici si svuotano ne risente tutto un ecosistema che vive grazie agli impiegati: dai supermercati ai bar, ai negozi. E ne risentono anche le casse delle amministrazioni cittadine, senza più le tasse di proprietari e affittuari.

Da questo dibattito, infine, sono tagliati fuori tutti quelli che in ufficio non ci lavorano e che hanno impieghi meno retribuiti e più usuranti (per esempio nell’edilizia o nel commercio al dettaglio) o più esposti dal punto di vista sanitario (come medici e infermieri). Questi lavoratori rischiano di subire indirettamente alcune delle conseguenze negative della fine degli uffici, senza riuscire ad averne molti dei possibili vantaggi.

Questo articolo è uscito sul numero 1359 di Internazionale. Compra questo numero|Abbonati

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