30 giugno 2011 00:00

David Harvey, L’enigma del capitale

Feltrinelli, 312 pagine, 25 euro

Per una trentina d’anni David Harvey, studioso di sociologia urbana e geografia, ha tenuto in varie università statunitensi un corso (oggi disponibile online) in cui spiegava il primo libro del Capitale di Karl Marx. Ogni anno con l’aiuto di studenti spesso diversi (di economia, di politica, di critica letteraria) capiva qualcosa in più, convincendosi dell’utilità di questo testo pubblicato quasi centocinquant’anni fa per comprendere il modo in cui gira il mondo. In questo volume mette a disposizione dei lettori le competenze accumulate nel corso di questa lunga esperienza didattica.

Partendo dal crac finanziario del 2008 mostra come le crisi siano un fenomeno normale nella vicenda del capitalismo, il momento in cui il flusso del capitale per qualche ragione si interrompe. Per capire le ragioni di questa interruzione spiega quindi i vari modi in cui il capitale si accumula, si moltiplica, inonda i mercati, incontra nuovi ostacoli, e li supera evolvendo, mutando le modalità con cui si conserva e, soprattutto, si riproduce. Senza semplificare la teoria, e anzi sottolineando l’apporto di fattori diversi all’evoluzione capitalistica, con esempi concreti e comprensibili tratti dalla storia lontana e vicina, Harvey introduce alla conoscenza di un sistema di analisi della nostra realtà e risulta convincente quando spiega che vale la pena di imparare a conoscerlo.

Internazionale, numero 904, 1 luglio 2011

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