Massimiliano Cricco e Federico Cresti, Gheddafi. I volti del potere
Carocci, 148 pagine, 12 euro
Questo libro si consiglia a chi non ha voglia di aspettare il momento in cui il rais di Tripoli sarà scovato e le pagine dei giornali saranno inondate di sue biografie; a chi cerca di capire come il più longevo leader africano abbia fatto finora a restare in sella e infine a chi, pur avendolo seguito negli ultimi tre-quattro decenni, non riesce più a mettere insieme le diverse identità che questo personaggio ha assunto agli occhi dell’occidente.
La vita di Gheddafi è raccontata in modo chiaro e documentato, scandita in tre fasi ben distinte. La prima, dalla formazione sotto l’influenza di Nasser ai primi anni dopo la presa del potere nel 1969, è caratterizzata dalla capacità di sfruttare le risorse petrolifere per fare della Libia un paese importante.
L’ultima, dagli anni 1990 all’attuale rivoluzione, è segnata dall’abilità di far pesare il ruolo strategico del paese nelle rotte della migrazione verso l’Europa per riottenere un riconoscimento dall’occidente. In mezzo gli anni dell’isolamento, il Libro verde, la costruzione di un arsenale incredibilmente fornito, l’uso del terrorismo internazionale.
Andando avanti nella lettura, Gheddafi appare sempre meno come il pagliaccio imbellettato delle ultime foto e sempre più come una figura-chiave per comprendere il contrastato rapporto dell’occidente con i paesi arabi nel corso di un lungo e difficile processo di decolonizzazione.
Internazionale, numero 916, 23 settembre 2011
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