27 marzo 2020 11:12

Quando (per salvargli la vita) si chiudono in casa le persone, inevitabilmente si blocca anche gran parte dell’economia. E nella maggior parte dei paesi la serrata durerà sicuramente fino a maggio o giugno. La promessa di Donald Trump di riaprire l’economia statunitense tra due settimane è un’illusione. Nel frattempo, quindi, da dove verrà il denaro?

La maggior parte delle persone ha ancora un lavoro e uno stipendio: chi è impiegato nei servizi essenziali e deve andare a lavorare, chi può farlo da casa, ma anche parecchie altre persone.

Tuttavia tra un terzo e un quarto degli occupati è inoperoso perché i datori di lavoro, dalle compagnie aeree ai negozi, hanno ridotto le attività o hanno temporaneamente chiuso bottega. Se si lasciassero queste persone senza reddito, si riprodurrebbero le condizioni della Grande depressione degli anni trenta, quando il tasso di disoccupazione schizzò al 24 per cento negli Stati Uniti e il pil del paese si ridusse di quasi metà.

Adolf Hitler salì al potere quando la disoccupazione in Germania era salita al 30 per cento: miseria e disperazione possono portare alla violenza. Nessuno aveva voglia di rivedere quel film, così dopo la seconda guerra mondiale ogni paese sviluppato creò uno stato sociale per proteggere la popolazione dagli effetti più deleteri dei “cicli economici”.

Soldi dall’elicottero
Lo stato sociale ha fatto il suo dovere per buona parte del secolo (anche negli Stati Uniti, dove per la prima volta venne introdotto un rudimentale stato sociale con il New deal di Franklin Roosevelt degli anni trenta). Ma non è sufficiente a mantenere attiva la macchina economica quando una grossa porzione della forza lavoro rimane inattiva per motivi non economici ma sanitari.

È per questo che i governi, anche i più conservatori come quelli di Regno Unito e Stati Uniti, ricorrono a quello che mezzo secolo fa l’economista Milton Friedman definì helicopter money (soldi dall’elicottero).

L’idea è che un governo possa ridare impulso a un’economia in cui la capacità di spesa è crollata (perché troppi sono senza lavoro) semplicemente offrendo denaro gratis ai consumatori sul lastrico: come se lo si gettasse da un elicottero. In fondo il denaro è gratuito anche per i governi, che devono semplicemente chiedere alle banche centrali di stamparlo.

La Svezia ha garantito di pagare ai lavoratori inattivi il 90 per cento del loro reddito

A questo punto i tradizionalisti cominceranno a mormorare obiezioni sull’inflazione, sul rischio di minare l’etica del lavoro, e altri dogmi simili. Eppure i governi di tutte le principali economie occidentali – Stati Uniti, Regno Unito, Germania e Francia – sono governate dai conservatori, e stanno facendo proprio questo.

Come ha dichiarato recentemente Robert Chote, direttore di un ente pubblico britannico dal comico nome di Ufficio per la responsabilità di bilancio, “quando l’incendio raggiunge certe dimensioni ti limiti a gettarci sopra l’acqua, poi ti preoccupi del resto”. Quindi è ora di prendere l’elicottero e cominciare a lanciare soldi.

La Svezia ha garantito di pagare ai lavoratori inattivi il 90 per cento del loro reddito finché l’emergenza sanitaria sarà finita. La Francia offre “sussidi parziali di disoccupazione” pari all’84 per cento del reddito dei lavoratori. Il Regno Unito garantisce l’80 per cento. In ognuno di questi casi i datori di lavoro (che a loro volta ricevono aiuti statali) devono mantenere i posti di lavoro e riprendere i loro dipendenti quando l’attività tornerà normale.

Non sono esclusi neanche i lavoratori autonomi, compresi quelli della gig economy che oggi costituiscono circa il 10 per cento della forza lavoro. La Norvegia garantisce loro l’80 per cento delle loro entrate, stabilite in base alle loro dichiarazioni dei redditi degli ultimi tre anni (se hanno dichiarato meno di quanto hanno guadagnato, peggio per loro), e la maggior parte dei paesi europei seguirà il suo esempio.

Il governo statunitense è meno generoso, naturalmente, e lo sarebbe anche con un’amministrazione democratica: l’ideologia del libero mercato è la vera religione nazionale. Trump parla di 1.200 dollari a persona (la stessa cifra data da Hong Kong ai suoi cittadini), ma solo per un mese o due. La proposta, che comprende anche aiuti per le aziende in difficoltà e sussidi per le persone rimaste senza lavoro, sta per essere approvata dal congresso.

Svolte improvvise
Tuttavia l’idea che questi governi (e altri nel mondo) stanno davvero accarezzando è quella di un reddito nazionale garantito, sotto il quale nessuno possa scendere. Solo temporaneamente, si capisce. Quando il virus sarà domato, torneremo all’economia del tutti contro tutti e del chi si ferma è perduto, che tutti conosciamo e amiamo.

Davvero? Pensate che dopo sei mesi o un anno in queste condizioni torneremo docilmente alle vecchie regole economiche? Ne dubito fortemente.

Nelle società contemporanee le regole politiche ed economiche non evolvono gradualmente: si trasformano con strappi improvvisi e di grande portata. La prima guerra mondiale, per esempio, portò milioni di donne nelle fabbriche e diede avvio all’emancipazione femminile.

L’attuale emergenza potrebbe rafforzare l’affermazione d’idee finora considerata troppo radicali. Eppure nessuno parla ancora di “reddito minimo universale”. Si potrebbe scatenare il panico.

(Traduzione di Federico Ferrone)

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it