07 aprile 2016 15:00

Amico in giapponese si dice tomodachi. Miitomo è un ibrido tra i mii, gli avatar fumettosi degli utenti nell’universo Nintendo, e gli amici dei social network di ciascuno di noi. Da subito, fin dal concetto che gli sta dietro, questo giochino gratuito rappresenta un’inversione di tendenza storica per l’azienda di videogiochi più storica e più atipica del mercato.

Vale la pena di ricordare che Nintendo non è un editore di contenuti culturali con una vocazione tecnologica ad altissimo livello, come potrebbe essere Sony. Nintendo è la fabbrica di carte da gioco di Kyoto che ha inventato Mario. E da lì, dal Kansai, la regione meridionale di Honshu, l’isola principale dell’arcipelago giapponese, Nintendo ha costruito la spina dorsale del mercato e della cultura dei videogiochi, ma sempre con lo spirito del giocattolaio più che con quello del nerd.

Finora non erano mai esistiti prodotti Nintendo fuori dal contesto delle macchine Nintendo, né ai tempi del Gameboy né in epoca di Wii U. Le cose però adesso sono cambiate, anche perché il presidente che ha portato i più grandi successi per l’azienda negli ultimi tempi, Satoru Iwata, è morto l’anno scorso.

Il nuovo corso di Nintendo, come è stato annunciato mesi fa, prevede l’abbandono del rapporto di simbiosi esclusiva tra contenuti e apparecchi Nintendo, oltre all’apertura a contratti di licenza con altre società. Quando Activision ha potuto inserire dei personaggi dell’universo Nintendo (Bowser e Donkey Kong con tanto di pupazzetti amiibo) nel proprio titolo Skylanders SuperChargers per Nintendo Wii, la sensazione per gli utenti è stata un senso eccitante di liberazione ma anche di sacrilegio. Altra apertura: l’accordo con Universal per realizzare dei parchi e attrazioni a tema.

Lo scopo dell’applicazione è diverso dal ritorno economico, e la cosa è piacevolmente chiara

Miitomo è disponibile da una settimana per Android e iOS, è gratuito e ha già diversi milioni di utenti. Si tratta di un’applicazione social diversa da quelle cui siamo abituati. Per prima cosa Nintendo fa soldi altrove, quindi non c’è l’assillo a comprare niente, per quanto ci sia la possibilità di acquistare con denaro vero delle monete virtuali con cui comprare accessori per il proprio mii. Ma lo scopo dell’applicazione è diverso dal ritorno economico, e la cosa è piacevolmente chiara.

Il fulcro dell’interazione in Miitomo, che si collega a Facebook e Twitter per cercare gli amici, sono le opinioni. Quando si scarica l’applicazione, per prima cosa si costruisce il proprio personaggio. Si può scegliere tra le sembianze suggerite a partire dalla propria immagine ripresa con la telecamera frontale del telefono, oppure usare un editor più meticoloso che permette di modificare i tratti somatici singolarmente, occhi, labbra, naso, capelli eccetera.

A questo punto, scelti nome, personalità e voce (timbro, tono, intonazione), il mii nasce e incontra i suoi tomo, i suoi amici. Ci ritroviamo in uno spazio semplice, una stanza con qualche mobile, del decoro e alcuni oggetti, e qui cominciano le domande.

I nuovi calzoncini di Matteo Bordone.

Le domande sono poste dal sistema, riguardano gusti e interessi, e vengono condivise tra gli amici. Ciascuno commenta come preferisce – punto molto importante su cui torniamo – e costruisce così una rete di risposte, spunti e commenti che diventano il terreno su cui ci si muove. Gli amici entrano nella stanzetta, fanno domande, stanno un po’ e poi se ne vanno.

Dopo qualche giorno di utilizzo, il gioco risulta morbido e piacevole come molte cose Nintendo. Prende a prestito una certa atmosfera compagnona da Tomodachi life per Nintendo DS, e produce ricadute sui social che ricordano Bitstrips, un’applicazione per Facebook in voga qualche anno fa che permette di realizzare dei fumetti buffi con pupazzetti identici agli utenti.

Equilibrio delicato

Quello che per Nintendo è molto nuovo è il fatto che un universo videoludico che è destinato anche all’infanzia non può non tutelarsi rispetto a turpiloquio, insulti, bestemmie e pornografia. Una parte dell’aspetto monolitico del marchio è legato anche a questo: alla necessità imprescindibile dell’affidabilità per i genitori, che sanno di potersi fidare ciecamente di tutti i prodotti che vengono da lì. E infatti finora non era quasi mai possibile intervenire in un contesto dove c’erano Mario, dei mii, Link, qualsiasi proprietà intellettuale Nintendo, abbandonandosi liberamente, anche per scherzo, a questi generi, se così li vogliamo chiamare.

Adesso si può, e con il gusto adolescenziale che spesso ci anima nelle nostre attività in rete, qualunque sia la nostra età, tutti noi utenti di Miitomo abbiamo già provato l’ebbrezza della trasgressione linguistica. Peraltro, mentre la musica riposante cerca di suggerire comportamenti consoni, l’editor di fotografie permette di sbizzarrirsi. Ovviamente tutto passa dai server di Nintendo, quindi un filtro c’è, ed è certamente dalla gestione di questo filtro che dipenderà la salute di questa della piattaforma.

Nintendo

Poche settimane fa Microsoft ha lanciato un esperimento pubblico di intelligenza artificiale che imparava dagli utenti e introiettava le nozioni cui veniva esposta. Nel giro di un giorno ha dovuto chiudere tutto perché Tay (così si chiamava il chatbot) negava la Shoah e insultava tutte le minoranze. Ovviamente quello era un progetto nato male, ma è certo che l’equilibrio tra permettere di giocare e lasciare spazio all’irripetibile è molto delicato.

Nel contesto della rete e dei social, Miitomo deve rimanere un luogo curioso, ben fatto, diverso dal resto e adatto a tutte le età. Anche perché Miitomo è legato a My Nintendo, il nuovo sistema di identità e fidelizzazione degli utenti che vuole diventare un punto di accesso univoco per tutti i servizi, i mercati, le macchine e le applicazioni.

Il primo passo

Come per ogni altra applicazione di questo tipo, la tenuta di Miitomo si vedrà nelle settimane e nei mesi a venire. Per ora il successo c’è stato, gli utenti sono moltissimi, e tutto sembra funzionare. Io personalmente ho già cambiato molti abiti, chiacchierato di diversi temi con amici e conoscenti, composto e pubblicato alcune foto sceme, risposto con improperi e cretinate a molte domande.

Il contrasto tra la carineria kawaii che Nintendo padroneggia e gli insulti scambiati con gli amici mi ha molto divertito. Ho anche giocato a un pachinko buffo che c’è nel gioco. Per tutto questo sono stato premiato dal sistema con monete e cotillon, utili per comprare altri abiti e accessori, oppure per accedere ad altri servizi.

Più avanti nel corso del 2016 dovrebbe arrivare anche la nuova console Nintendo di cui per ora non si sa niente. Sarà probabilmente un tassello del nuovo corso di cui Miitomo è un primo passo, così come l’imminente Pokemon GO, ma non sappiamo assolutamente quale sarà questo percorso e in che modo i nuovi prodotti ci si incastoneranno. Quelle di Kyoto sono persone riservate, anche quando decidono di venirti a cercare.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it