Cos’è. X-Men. Apocalisse è l’ultimo capitolo della saga cinematografica degli X-Men, i mutanti della Marvel portati al cinema da Bryan Singer (tranne X-Men: Conflitto finale di Brett Ratner, a cui si fa riferimento con una battuta per affermare che è certamente il peggiore). In questo capitolo, scritto dallo stesso Singer con Simon Kinberg, Michael Dougherty e Dan Harris, siamo nel 1983, quando il mutante En Sabah Nur si sveglia dopo millenni di sonno coatto, dopo essere stato tradito e imprigionato sotto una piramide durante una cerimonia religiosa ai tempi dell’antico Egitto. Determinato a distruggere l’umanità per forgiarne da capo una nuova migliore, En Sabah Nur/Apocalisse cerca gli altri mutanti per sottometterli a sé o levarli di mezzo e realizzare il suo piano.
Il cast del film è al solito notevole. James McAvoy è il professor Charles Xavier, Michael Fassbender è Magneto, Jennifer Lawrence è Raven, Nicholas Hoult è Beast, Oscar Isaac è il cattivo Apocalisse, Evan Peters è Quicksilver, Olivia Munn è Psylocke e Rose Byrne è Moira MacTaggert. La fotografia è dell’abituale collaboratore di Singer, Newton Thomas Sigel. Il montaggio è di Michael Louis Hill insieme a John Ottman, che è anche autore della colonna sonora originale.
Com’è. Dedicandosi a una parte della vicenda degli X-Men che si svolge negli anni ottanta, Singer costruisce un film che ha un sapore classico per la fetta più giovane del pubblico, e ricorda a tratti l’ambientazione retrò pop del magistrale Guardiani della galassia. Però Apocalisse è un film dove tutti si prendono sul serio, che ignora i toni della commedia e interpreta il tema dell’eroismo con gravità. L’unico momento di tregua dai faccioni contriti è quando entra in azione l’ottimo Evan Peters/Quicksilver, che ferma il tempo durante un’esplosione nella scena più funambolica del film.
Il tema legato ad Apocalisse d’altronde è difficile da smussare, essendo la distruzione della specie umana (con tanto di riferimenti alla shoah). Così abbiamo un cattivo che è il male assoluto, abbiamo mutanti belli e spettacolari che corrono da una parte all’altra del pianeta per ostacolare il suo piano, e un’enorme quantità di scene di scontro, gonfie di elementi e dinamiche complesse.
X-Men. Apocalypse è un filmone spettacolare con un supercast, ma sembra non abbia tempo e modo di approfondire gran che, preso com’è dalla quantità di cose serissime da fare.
Perché vederlo. Stiamo parlando di un film titanico per budget e sequenze spettacolari, interpretato da un cast ricco e in grande forma (soprattutto McAvoy, Lawrence e Peters). È un film che parte durante una cerimonia religiosa ai tempi dei faraoni e poi si sposta tra la Polonia e Berlino Est nel 1983, passando per gli Stati Uniti: non è sicuramente statico. A seconda dei gusti di chi guarda, ci sono notevoli momenti di bellezza da parte di Fassbender operaio malinconico in acciaieria polacca e Olivia Munn in costume da dominatrice che combatte con una frusta. Insomma, per quanto riguarda la dose di intrattenimento spensierato, la sostanza c’è.
Perché non vederlo. Oscar Isaac è uno dei nuovi attori più emergenti e insieme duttili dell’industria hollywoodiana: quasi ovunque lo si metta, da A proposito di Davis a 1981. Indagine a New York a Star Wars, si ottiene un risultato pregevole. Questa volta però Singer è riuscito a irrigidirlo nella maschera e nel personaggio, fino a costruire un cattivo senza collo che risulta certo terribile per il suo proposito distruttivo, ma anche noioso e petulante nella sua applicazione. Che questa antica divinità voglia sterminare tutti perché ha visto troppo potere, troppo denaro e poca devozione, è un punto di partenza debole sviluppato male, e non è l’unico elemento della trama che lascia interdetti. Attorno a un cattivo senza fascino, ci sono personaggi talmente impegnati a gestire i superpoteri e fare capriole schivando i raggi della morte, da non avere tempo e modo di essere appassionanti.
Una battuta. Il mondo ha bisogno degli X-Men.
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