24 dicembre 2020 16:17

Anche quest’anno, nonostante tutto, arriva inesorabile il momento dei preferiti. La pandemia, il lockdown e lo streaming rendono tutto ancora più personale, stralunato e disordinato del solito.

La ragazza d’autunno. La prima bordata di un’annata che non vediamo l’ora di archiviare arriva a pochi minuti dall’inizio del magnifico film di Kantemir Balagov (29 anni), quando Iya abbraccia il piccolo Paška. Da lì non si torna più indietro.

Diamanti grezzi. Il terzo lungometraggio dei gemelli Josh e Benny Safdie (36 anni) ci catapulta nella vita senza speranza di un dealer del Diamond district di Manhattan: un giro sulle montagne russe di un inferno molto occidentale con il miglior Adam Sandler di sempre.

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Favolacce. Altri due gemelli, Damiano e Fabio D’Innocenzo (32 anni) premiati a Berlino, si sono ricordati che spesso nelle favole di una volta i bambini facevano una brutta fine. E intanto Elio Germano non sbaglia un film.

I miserabili. Un drone, un cucciolo di leone, una galassia in cui l’equilibrio non esiste. Nel film di Ladj Ly, Gran premio della giuria a Cannes nel 2019, nessuno può salvare nessuno e la violenza è solo una questione di tempo.

Undine. Anche Christian Petzold si ricorda che nel mito le storie d’amore sono spesso anche tragiche. Per fortuna a farci sognare c’è la lezione di storia berlinese che la splendida protagonista del film, Paula Beer (Orso d’argento alla Berlinale), impartisce ai visitatori del Märkische Provinzialmuseum.

Christian Petzold racconta una scena di Undine


Jojo Rabbit. Si è parlato molto dell’ingombrante amico immaginario del piccolo Jojo. Ma Taika Waititi ha trovato un modo originale di parlare del nazismo, dell’olocausto e della guerra scegliendo il punto di vista dell’infanzia. Non era facile. Una delle cose che ho amato di più di questo film è la controcaricatura del soldato tedesco fornita da Sam Rockwell con il malinconico capitano Klenzendorf.

Bombshell. Il film di Jay Roach racconta lo scandalo che nel 2016 travolse FoxNews e il suo padre padrone Roger Ailes. Ma è la triade Charlize Theron-Nicole Kidman- Margot Robbie a farci rimpiangere il fatto che di questo film (tratto da una storia vera) difficilmente vedremo un sequel.

His house. Anche se non è proprio un horror classico come poteva esserlo Get out, anche il film di Remi Weekes sfrutta i canoni degli horror e dei thriller per suggerire che gli orrori della realtà sono sempre i peggiori. I due protagonisti sono pazzeschi: Sope Dirisu, che ci ha già preso a mazzate in Gangs of London, e Wunmi Musaku, che ci ha già mandato al tappeto in Lovecraft Country.

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Dogs don’t wear pants. Difficile spiegare in poche righe perché mi è piaciuta tanto questa piccola e assurda storia d’amore sadomaso finlandese. Forse perché, banalmente, nel film di J.-P. Valkeapää un uomo traumatizzato trova consolazione. E poco importa se a ridargli la voglia di sorridere è una donna che non vede l’ora di fargli saltare gli incisivi.

Eurovision Song Contest. The story of Fire Saga. Per concludere, una commedia se possibile ancor più demenziale di quella islandese, con uno dei campioni del genere: Will Ferrell. Accompagnato poi da Rachel McAdams, che nelle commedie ci sta sempre bene. E anche nel messaggio affettuoso di Ferrell ai fan dell’Eurovision c’entrano personaggi mitologici, come gli elfi e gli Abba.

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