29 luglio 2021 12:40

Mentre sto aspettando l’autobus che mi riporterà a Salerno, si avvicina un gruppo di bambine, giurate del Giffoni film festival, a giudicare dal badge che gli pende dal collo. Una di loro mi chiede se si può fare un selfie con me. Le faccio notare che non sono famoso. “Come no”, mi risponde lei inesorabile, “ti ho visto al telegiornale”. Allora va bene. Scatta il selfie e si allontana tutta contenta insieme alle sue amiche.

Cinquanta più uno. Il Giffoni film festival (uno degli appuntamenti più importanti e longevi al mondo sul cinema per ragazzi) ha preso le misure alla pandemia ed è riuscito a proporre un’edizione quasi “normale”, almeno più normale del 2020. L’anno scorso, infatti, come molte altre manifestazioni culturali, il festival di Giffoni Valle Piana – un piccolo comune sulle colline a pochi chilometri di Salerno – ha dovuto adattarsi, dividendo l’edizione in tre parti, due ad agosto e una a dicembre, che si è svolta interamente online. Quest’anno invece si è tornati alla vecchia collocazione, alla fine di luglio, dal 21 al 31, nonostante la sovrapposizione con la 74ª edizione del festival di Cannes, che si è svolta pochi giorni prima dell’inaugurazione di quello di Giffoni, risucchiando come un buco nero star, professionisti del settore e giornalisti.

Dopo la pandemia
Certo, l’edizione 2021 non è paragonabile all’ultima prima della pandemia. Al termine di una crescita costante, l’annata 2019 era stata eccezionale e secondo giornalisti e professionisti si avviava a diventare uno dei festival più importanti d’Italia, per affluenza di pubblico e di star internazionali. Nelle condizioni attuali, era obiettivamente impossibile pensare di ospitare più di seimila giurati, vale a dire bambini e ragazzi dai tre ai vent’anni, da una cinquantina di paesi. Altrettanto impensabile era poter accogliere ospiti provenienti da tutto il mondo o avvicinarsi alle 350mila presenze stimate nei nove giorni di festival di due anni fa.

Nell’arco di cinquant’anni il Giffoni film festival ha saputo crescere e trasformarsi in una realtà che va ben al di là della manifestazione, ha seminato bene, creando professionalità e posti di lavoro (la struttura del festival conta oltre duecento collaboratori, molti dei quali hanno cominciato come giurati, da ragazzi). Dalla leggendaria partecipazione di François Truffaut nel 1982, Giffoni si è ritagliato una fetta sempre più grande dell’attenzione delle istituzioni locali e nazionali, e dei mezzi d’informazione. Segno della passione e delle innegabili capacità politiche dell’ideatore e direttore Claudio Gubitosi (da qualche anno affiancato dal figlio Jacopo), ma anche del fatto che il festival indubbiamente sa farsi voler bene.

Jungle cruise. (Dr)

All’edizione 50Plus hanno comunque partecipato tremila ragazzi che, insieme ad altri duemila sparsi in 36 hub (26 in Italia e dieci all’estero), dovranno giudicare 101 film provenienti da 35 paesi. La selezione è molto varia: si va dai corti di animazione per le giurie dei più piccoli a quelli scelti per quelle dei più adulti, film ai quali la categorizzazione come film per ragazzi va decisamente stretta. Anche nelle sezioni dedicate a bambini più grandi e agli adolescenti i selezionatori non si pongono molti limiti. Non ci sono argomenti tabù, ma l’argomento in sé non è mai un criterio di scelta.

In ogni caso questa grande giuria “non professionale” difficilmente premierà un’opera per ragioni diverse dal gradimento. Prima della fine della manifestazione, saranno sfilati nella cittadella del cinema 120 ospiti italiani e ai film in concorso sono affiancate delle anteprime di prodotti più commerciali come Jungle cruise, avventura Disney con Dwayne “The Rock” Johnson ed Emily Blunt, il primo lungometraggio dei Paw Patrol o anche la presentazione del nuovo (temutissimo dai genitori) film dei Me contro te.

Non è poco, anche se tutti sperano in un ritorno completo alla normalità. Dalla direzione del festival dicono che la manifestazione quest’anno gira a un terzo del suo regime abituale. Del resto, specialmente dopo quello che qualcuno ha già ribattezzato “l’effetto Europei”, il covid-19 rimane una forte preoccupazione. Lo testimonia la decisione presa in via precauzionale dalla direzione del festival, a poche ore dall’inaugurazione, di sospendere il Giffoni music concept, una decina di concerti dal vivo gratuiti che avrebbero allietato le serate di un migliaio di persone.

Insomma per fare di necessità virtù, il Giffoni film festival 2021 è tornato alla sua essenza, un appuntamento dove il piatto forte è il cinema e i protagonisti sono i ragazzi: sono il pubblico, la giuria, la ragion d’essere. E alla fine, la sensazione è che della grande cassa di risonanza costruita intorno al festival se ne potrebbe anche fare a meno. I concerti, gli ospiti, il red carpet (che in questo caso è blu), la presenza di stampa e tv sono tutti elementi importanti per tenere in piedi una struttura che non ha nessuna intenzione di tornare indietro. Ma alla fine sono elementi che poco aggiungono rispetto alla vera essenza del festival: avvicinare i giovani al cinema, alimentare e coltivare i loro sogni, allargare i loro orizzonti, abituarli a interagire con il mondo degli adulti, mostrare loro che hanno un mondo intero da conquistare.

Ripensando alla bambina che ha voluto fare un selfie spero che non rimanga troppo delusa quando scoprirà che la foto con me non è molto significativa. Ma sono solo i primi giorni del festival, e penso che per la fine se ne sarà già dimenticata.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it