18 giugno 2020 09:55

Ancora una volta i rapporti tra la Francia e la Turchia attraversano una fase di grande turbolenza. I due paesi hanno addirittura sfiorato un incidente militare nel Mediterraneo, un evento eccezionale tra due stati che fanno parte della stessa alleanza, in questo caso la Nato.

La ministra delle forze armate francese Florence Parly avrebbe dovuto denunciare il comportamento della marina turca durante una riunione dei ministri della difesa della Nato in programma il 17 giugno. Fortunatamente la riunione si è svolta in videoconferenza, e questo ha smorzato i toni. La Turchia, a quanto pare, era pronta a rispondere con veemenza alle accuse di Parly.

L’incidente si è verificato quando una nave francese ha chiesto di controllare un carico sospettato di violare l’embargo sulla consegna di armi alla Libia. Una fregata turca si è intromessa con atteggiamento minaccioso. Sembra uno scenario impensabile tra due paesi della Nato, ma è solo l’ultimo di una lunga serie di contenziosi tra francesi e turchi.

Alleanze ignorate
La Turchia del presidente Recep Tayyip Erdoğan coltiva ambizioni da potenza regionale e ignora regolarmente le alleanze. Oggi è la Libia a provocare uno scontro tra Parigi e Ankara, ma anche in passato i conflitti non sono mancati.

Sei mesi fa i due paesi si erano già scambiati parole forti quando l’esercito turco era intervenuto nel nord della Siria per combattere le forze curde, in precedenza alleate della coalizione contro il gruppo Stato islamico. Due giorni dopo Ankara aveva inviato l’esercito nel nord dell’Iraq per attaccare i combattenti curdi, suscitando anche in quel caso le proteste di Parigi.

Oggi il motivo principale delle tensioni riguarda la guerra in Libia

La Turchia minaccia regolarmente di spingere verso l’Europa milioni di profughi siriani che si trovano sul suo territorio. A febbraio il governo turco ha volutamente creato una situazione di crisi alla frontiera con la Grecia.

Oggi il motivo principale delle frizioni riguarda la guerra in Libia, dove la Turchia è intervenuta in forze nella guerra civile, trasformando l’operazione nel punto focale della strategia per rafforzare la sua influenza, con un occhio anche alle riserve di idrocarburi del Mediterraneo orientale.

Ankara ha inviato armi, droni e mercenari siriani in Libia per aiutare il governo di Tripoli. La Francia denuncia queste violazioni delle risoluzioni dell’Onu, ma Erdoğan avanza senza curarsene dopo aver convinto Donald Trump a lasciarlo agire indisturbato.

Parigi, intanto, indebolisce la sua posizione mantenendo il silenzio sul sostegno accordato dagli Emirati Arabi Uniti al fronte opposto della guerra civile.

Il governo francese è in prima linea nelle critiche alla Turchia, e questo è l’ennesimo argomento a favore di un’autonomia strategica dell’Europa. La prima vittima di questo scontro, infatti, è la Nato, in silenzio davanti all’avventurismo turco o “in stato di morte cerebrale”, per riprendere la discussa frase pronunciata da Macron a novembre.

Nell’attesa di sviluppi, il Mediterraneo è diventato un po’ più instabile, paradossalmente a causa della tensione tra due paesi che in teoria dovrebbero essere alleati.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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