24 luglio 2014 15:34

Meriam Yehia Ibrahim arriva a Ciampino con i due figli, accompagnata dal viceministro degli esteri Lapo Pistelli. (Daniele Leone, Lapresse)

È sbarcata il 24 luglio all’aeroporto di Ciampino, a Roma, Meriam Yehya Ibrahim, la cristiana sudanese di 26 anni che a maggio era stata condannata a morte per apostasia, cioè il rinnegamento della propria fede religiosa.

La donna, con il marito e i due figli - tra cui Maya, nata due mesi fa in cella - è stata accolta dal presidente del consiglio Matteo Renzi, la moglie Agnese e la ministra degli esteri Federica Mogherini. Poco dopo è stata ricevuta a casa Santa Marta da papa Francesco. Nel corso dell’incontro, durato circa mezz’ora, il papa l’ha ringraziata per la sua “testimonianza di fede” e la sua “costanza”.

Meriam Yehya Ibrahim è stata cresciuta dalla madre come cristiana ortodossa dopo che il padre, musulmano, le aveva abbandonate. Secondo la legge sudanese, però, vista la sua ascendenza paterna doveva essere considerata di fede islamica. Nell’agosto del 2013 era stata arrestata, incinta di otto mesi, insieme al primo figlio, dopo che un parente aveva denunciato il suo matrimonio con un cristiano del Sud Sudan. Per questa accusa era stata condannata da un tribunale di Khartoum anche per adulterio, perché il suo matrimonio con un uomo cristiano non è considerato valido dalla sharia. Per questo motivo le erano state inflitte cento frustate. Il tribunale aveva dato alla donna tre giorni per rinunciare alla fede cristiana, ma lei si era rifiutata di farlo.

Poche settimane dopo ha partorito in catene, aveva raccontato il marito, che è anche cittadino statunitense. Il 23 giugno il tribunale sudanese aveva poi deciso la

liberazione della donna, che però era stata fermata all’aeroporto il giorno dopo insieme al marito e al loro avvocato, mentre con i bambini tentava di lasciare Khartoum diretta negli Stati Uniti. Rilasciata per la seconda volta con tutta la famiglia, si era rifugiata presso l’ambasciata statunitense a Khartoum, dove ha ricevuto il passaporto che le ha permesso di uscire dal paese e raggiungere l’Italia, dove resterà un paio di giorni prima di ripartire per New York.

Stefania Mascetti lavora a Internazionale. Su Twitter: @smasc

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