24 dicembre 2017 09:54

Di nuovo Natale. Di nuovo shopping. Di nuovo qui a cercare di riempire una calza. Mi chiedo quand’è che smetterò di fare queste cose per i ragazzi. Non tanto presto, temo. Non finché i negozi avranno ancora le scorte di miniboccette di smalto, sopracciglia finte glitterate e tappi della vasca da bagno a forma di carlino. Sì, ho consultato di nuovo le “idee regalo”, parzialmente utili ma mai folli quanto le liste di “regali per lui”.

Diamo per scontato che fare regali agli uomini sia difficile. O forse è che le scelte più ovvie – come calzini e dopobarba – ci sembrano sempre inadeguate, mentre per le donne va bene più o meno qualsiasi cosa. Non credo di essere l’unica, però, a dover accontentare un uomo dai gusti assolutamente non convenzionali.

Le idee di quest’anno sono il solito misto di stravagante e banale. Un kit per chorizo fatti in casa. Un calendario dell’avvento a base di cotenna di maiale. Pelle e gemelli, golf e gadget. Un sacco di prodotti per la cura della barba. Qualcosa di noioso apparentemente ravvivato dall’aggiunta di imprecazioni virili: dalla birra Fucking Hell al caffè Fucking Strong.

Un’idea assurda
Poi ci sono i regali di “esperienze”: lezioni di volo, dietro le quinte a Wembley, guidare un’auto sportiva, un tour carcerario… Un momento. Che cosa? Sì, ho letto bene. C’è un sito che offre “Visite guidate di istituti penitenziari. Tre diverse destinazioni. “Trascorrete qualche ora dietro le sbarre con la vostra famiglia, in uno dei nostri tour carcerari full-immersion, accompagnati da un ex secondino. Tutti i martedì, giovedì e fine settimana”.

A questo punto comincio a chiedermi se non sia l’idea stessa di fare regali a essere diventata assurda. Vi ricordate il più bel regalo di Natale ricevuto? Il mio era uno Yorkshire di peluche. A renderlo speciale era il fatto che conteneva un piccolo transistor. Potevi girare la manopola nascosta sotto la pancia pelosa e – come feci io durante la prima e unica messa di Natale a cui la mia famiglia abbia mai partecipato – rompere maestosamente il silenzio di preghiera con i Wizzard che cantavano I wish it could be Christmas everyday.

Qualche anno dopo cominciai a tenere un diario in cui ho annotato tutti i regali di Natale della mia adolescenza. Nel 1976, a 14 anni e dopo aver guardato alla tivù un concerto di Rod Stewart per la vigilia, ho ricevuto “regali STUPENDI: phon, orecchini, profumo. Giornata veramente FANTASTICA”. L’anno dopo avevo già cominciato a lavorare il sabato al supermercato locale, e così la sera della vigilia ero di turno: “Mi hanno dato otto sterline per ieri + una sterlina di bonus natalizio”.

L’ultimo giorno del quadrimestre avevo ricevuto in regalo dai miei compagni di scuola un disco degli Stranglers e uno dei Vibrators, e il giorno di Natale: “Ho ricevuto UN SACCO di regali veramente belli: 25 sterline, lp dei Rats, lp dei Jam, un buono di Boots, un buono per un disco, un diario, un anello, orecchini, collana, scaldamuscoli. Ho visto Funny girl”.

Nel 1980 i regali cominciavano a ripetersi e sono rimasti più o meno uguali da allora: musica, libri e profumo

Nel 1978, a 16 anni, i miei amici mi hanno regalato altri dischi, tra cui Tommy Gun dei Clash. Gli ultimi giorni prima di Natale ero a letto malata, e mia madre mi ha comprato gli speciali di Natale di Sounds e NME. “Ci ho messo una vita a leggerli”. Non c’era “granché da guardare alla tivù perché la Bbc è in sciopero, e Top of the pops non è andato in onda”. E il giorno di Natale: “Mi hanno regalato un paio di scarpe, lp dei Penetration, talco Chique, profumo. Ho guardato un po’ di Tutti insieme appassionatamente, troppo divertente! Visto il Morecambe & Wise show”.

Nel 1979 i regali erano: “Il libro di poesie di Dave Waller, un paio di pantofole, tante Smarties, lp dei Mekons, camicia, maglietta, profumo Youth Dew, due libri di Adrian Henri, Ragazze di campagna, il libro di Leonard Cohen, London calling e Setting sons”. Non dicevo che cosa avevo guardato alla tele, ma invece: “Papà mi ha aggiustato l’amplificatore. Ho cambiato le corde alla chitarra”.

Nel 1980 i regali cominciavano a ripetersi. “Ho ricevuto un paio di pantaloni, asciugacapelli, lp dei Teardrop Explodes, Youth Dew, libri eccetera. Visto Prima pagina con Jack Lemmon e Walter Matthau”. E i miei regali sono rimasti più o meno uguali da allora: musica, libri e profumo. Mi piace pensare di essere una persona a cui è facile fare un regalo. Ci sono un sacco di cose che mi rendono felice. Non avete bisogno di stupirmi o fare i brillanti. E sicuramente non ho alcuna voglia di visitare un carcere.

(Traduzione di Diana Corsini)

Questo articolo è uscito sul settimanale britannico New Statesman.

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