14 marzo 2022 15:19

In Iraq il numero di azioni legali in cui sono coinvolte delle donne è rapidamente aumentato: nel 2021 sono state 148.236, rispetto alle 115.063 del 2020. È un incremento impressionante, si legge in un articolo del giornale pubblicato dal consiglio supremo della magistratura iracheno. Nella maggior parte dei casi, si tratta di divorzi, con diverse motivazioni: le più frequenti sono i matrimoni precoci e la condivisione dell’abitazione con la famiglia del marito. Nel 2020 le cause per ottenere la possibilità di risposarsi erano state 5.710, e sono salite a 7.022 nel 2021.

L’aumento dei divorzi inasprisce lo scontro tra le organizzazioni in difesa delle donne e i partiti islamisti al governo e in parlamento. Seicento persone e organizzazioni non governative hanno sostenuto la protesta dell’associazione chiamata Assemblea civica delle donne contro la modifica dell’articolo 57 della legge sullo statuto personale, che darebbe al padre anziché alla madre la custodia dei figli in caso di divorzio. L’aspetto paradossale è che i promotori dell’emendamento lo giustificano con la possibilità che i bambini siano molestati dal secondo marito della madre.

In nero
Nel nord dell’Iraq, nella regione autonoma del Kurdistan, le attiviste femministe hanno celebrato l’8 marzo vestendosi di nero, a causa dell’omicidio di una giovane donna, uccisa dal fratello. È il quindicesimo crimine contro le donne negli ultimi due mesi nel Kurdistan iracheno. Non un buon inizio.

La vittima, Eman Sami Maghdid, aveva cominciato la sua carriera di presentatrice televisiva di un programma religioso durante il Ramadan indossando l’hijab. A un certo punto aveva cambiato strada e aveva cominciato a difendere la libertà delle donne facendo campagna sui social network con un nuovo nome, Maria. In una telefonata con un mezzo d’informazione, il fratello minore ha dichiarato: “Le ho sparato otto colpi prima che scappasse”.

Il suo nome è diventato centrale nella campagna contro la violenza sulle donne portata avanti dalle manifestanti vestite di nero.

(Traduzione di Francesco De Lellis)

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