16 gennaio 2019 16:43

Sono un uomo di mezz’età che frequenta un ragazzo più giovane. Cercava un daddy attivo e dominante e l’ho accontentato con piacere. Il sesso è strepitoso, e ci intendiamo anche sul piano personale. Un paio di giorni fa, lui di colpo mi ha detto che vuole provare la small penis humiliation (sph), l’umiliazione del pene piccolo. Sono rimasto spiazzato. Non dalla richiesta in sé, ma dal fatto che lui non ha il pene piccolo! Non sarà enorme, ma è come minimo nella media. E poi è largo! Io non sono superdotato, per cui non è nemmeno che sembri piccolo al confronto. Sarà due o tre centimetri in meno. Gliel’ho fatto notare, e mi ha risposto che cercavo solo di consolarlo perché ce l’ha piccolo! Che mi sentivo superiore a lui. Poi ha troncato la conversazione dicendo che era chiaro che la questione mi metteva a disagio. Sinceramente mi mette a disagio, è vero. Non ce la faccio a parlargli di quant’è piccolo il suo uccello mentre penso che realtà se mi scopasse con quel coso mi farebbe male. Ma quel che più mi preoccupa è che la sph possa alimentare una qualche dismorfia corporea. La reazione che ha avuto quando gli ho detto che non aveva il pene piccolo mi ha messo in allarme: ha chiarito che non si tratta di una semplice fantasia. Non è che lui vuole essere trattato come se ce l’avesse piccolo. Pensa di avercelo piccolo per davvero. Che differenza c’è tra questo e dire a un fidanzato magrissimo che è grasso come un maiale? A me lui piace molto, e penso che insieme abbiamo del potenziale. Vorrei andargli incontro, ma non se il prezzo è la sua salute mentale.

–Need Objectivity, Savage, Please Help!

“Il ragazzo ha espresso il desiderio di inscenare una situazione precisa: non ha chiesto una verifica sulle dimensioni del suo uccello”, risponde il dottor Reece Malone, terapista sessuale abilitato, e con un dottorato in sessualità umana. “La sua delusione è comprensibile, specie se sperava che la richiesta fosse accolta con entusiasmo e condivisa eccitazione”.

È probabile che all’idea di proporti la sph lui fosse agitato, NOSPH, e la sua reazione alla tua reazione – accusarti di trattarlo con superiorità, troncare l’argomento in quel modo – è probabilmente motivata dalla vergogna. Non da quella per le dimensioni del suo uccello, ma dalla vergogna di avere quel tipo di fantasia. Di altre fantasie ti aveva parlato apertamente da subito, perché evidentemente non lo facevano sentire vulnerabile come questa. La sph l’ha tenuta da parte finché non ha sentito di potersi fidare. E quando infine ha trovato il coraggio di dirti che cosa lo eccita di più, tu hai reagito contestandogli un uccello non abbastanza piccolo per candidarsi alla sph.

“Credo sia importante che NOSPH ripercorra la conversazione per capire se la sua reazione può averlo fatto vergognare”, dice il dottor Malone. “NOSPH è gentile a preoccuparsi”, prosegue il dottor Malone, “ma non è indispensabile avere l’uccello piccolo per inscenare una situazione di sph. La cosa divertente ed eccitante è immergersi completamente nel proprio ruolo. Non sarebbe in effetti diverso se un fidanzato molto magro volesse giocare col suo daddy a farsi dire ‘sei grasso come un maiale’ perché lo eccita e lo diverte”.

Intendiamoci: se avesse trascorsi di bulimia, dirgli che è “grasso come un maiale” potrebbe fare dei danni; così come, se avesse trascorsi di vigoressia, potrebbe dargli dello “stronzo rinsecchito”. Può essere che il tuo ragazzo abbia un’idea distorta – quasi certamente dal porno – delle dimensioni medie di un cazzo, ma se tanto mi dà tanto è uno che, come milioni di altre persone, ha erotizzato le proprie ansie e insicurezze. Finché non comincia a pensare di ingrandirsi il cazzo con metodi pericolosi o stupidi (per esempio facendosi iniettare il silicone nei genitali, cosa per cui a Seattle l’anno scorso un uomo gay è morto) puoi dedicarti alla sph senza fargli del male.

“Ma NOSPH dovrebbe fargli altre domande e instaurare con lui un dialogo su come desidera che si svolga la situazione, e se e come vuole che modifichi le loro dinamiche sessuali consuete”, spiega il dottor Malone. “È anche giusto che NOSPH esprima il suo timore di alimentare una dismorfia corporea. E ha comunque il diritto di fissare dei limiti o rifiutare una certa situazione in toto”.

Assolutamente! Limiti e regole non sono riservati a sottomessi, passivi e schiavi. Anche i dominatori, gli attivi, i padroni e le padrone possono fissarne e stabilirne a piacimento. Se una cosa proprio non ti va, nessuno può obbligarti a farla. Ma il pensiero di farla sarebbe meno complicato, NOSPH, se tenessi a mente che puoi prima deriderlo per l’uccello minuscolo (durante il gioco sessuale), e poi rassicurarlo sulle sue dimensioni (durante l’aftercare, ovvero le coccole e il riposo successivi).

Se per farsi umiliare come desidera, il tuo ragazzo non sente di dover vincere una diatriba su quant’è piccolo il suo uccello, può darsi che arrivi ad ammettere – o sia finalmente pronto ad accettare – il fatto che tanto piccolo in fondo non ce l’ha.

Il dottor Reece Malone è il creatore di Last Longer in Bed: 6 Steps to Master Premature Ejaculation. Per sapere di più di lui e sul suo lavoro: reecemalone.com

Illustrazione di Francesca Ghermandi

Sono un gay di quasi trent’anni che sta per terminare un tirocinio e frequenta un uomo di 38. Il sesso va benissimo. Un po’ di contesto: ci siamo conosciuti su Scruff e visti per un po’. Poi io ho avuto un lutto in famiglia. Ero triste e confuso, e in quel periodo non volevo un rapporto. Ci siamo risentiti a giugno dell’anno scorso, siamo andati al Pride di Minneapolis, e adesso stiamo insieme da dicembre. Qualche giorno fa lui ha fatto un accenno ai bambini e al rapporto che ho con loro. Tra le altre cose ho risposto che un giorno mi sarebbe piaciuto avere dei figli. Per farla breve, a un certo punto via messaggio lui dichiara che vuole un figlio entro uno o due anni. A me sembra un ultimatum, da cui oltretutto dipende il futuro della relazione, e non capisco perché me l’abbia tenuto nascosto. Anch’io voglio dei figli, ma sono ancora uno studente morto di fame, un figlio è una grossa responsabilità, e mi preoccupano le condizioni del mondo. In più me lo dice via messaggino! Sono in ansia e mi sento pressato. Cosa devo fare?

–Text Ultimatum May Unravel Loving Ties

Innanzitutto darti una cazzo di calmata, TUMULT. La gente, quando comincia a prendere una relazione sul serio, mette sul tavolo gli obiettivi a lungo termine – tipo dove vorrebbe vivere o quanti figli vorrebbe avere – perché se non si è d’accordo sulle cose fondamentali, continuare a investire emotivamente nel rapporto è sinonimo di sicura sofferenza. E anche se tu pensi che avrebbe dovuto tirar fuori la questione figli prima (o di persona, che sarebbe stato decisamente meglio), chi parla di figli al primo appuntamento difficilmente ne ottiene un secondo. Sei mesi sono un tempo perfettamente sensato per aprire l’argomento figli.

E dove tu vedi un ultimatum, TUMULT, io vedo un’opportunità: quella di aprire i negoziati. Il tuo fidanzato vorrebbe diventare genitore entro uno o due anni. Anche tu vuoi avere figli, ma non così presto. Perciò fai la tua controproposta. Se entro due anni è troppo presto, digli quando pensi che ti sentirai pronto. Fra tre anni? Quattro? Una volta trovato lavoro nel tuo settore? Quando la presidenza Ocasio-Cortez avrà infine firmato il decreto-legge sul “New Deal verde”?

L’unica cosa che il tuo fidanzato ti sta dicendo – benché via messaggino – è che immagina un futuro con te, e vuole sapere se siete d’accordo sulle cose importanti. È un complimento, TUMULT, non un ultimatum. E se sul fatto di avere figli non può esistere compromesso – non potete averne non legalmente – di sicuro potete trovarne uno su quando averli.

(Traduzione di Matteo Colombo)

Savage love è una rubrica di consigli sessuali e di coppia pubblicata su The Stranger.

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