07 agosto 2019 16:50

Avvertenza. Il linguaggio di questa rubrica è diretto ed esplicito.

Sono una single eterosessuale di 42 anni, e ho di recente cominciato a frequentare un trentaseienne in modo più o meno esclusivo e a distanza. Ci conosciamo da poco, ma passiamo ore e ore al telefono. Ho esplicitamente e più volte dichiarato che non voglio figli miei (lui sì), che sono estremamente attenta alle precauzioni (lo faccio “senza” solo quando vedo i risultati degli esami delle malattie veneree e so che siamo al cento per cento monogami) e contro i contraccettivi ormonali. Ho quindi insistito perché usassimo il preservativo fin dal primo incontro, cosa che inizialmente lui ha accettato controvoglia, ma che poi ha rispettato senza problemi. È evidente che gli piaccio molto e mi tratta meglio di tutti quelli con cui sono stata; cucina, mi fa massaggi, regali, mi riempie di complimenti, mi ascolta a qualsiasi ora della notte e dal primo giorno non ha mostrato per me nient’altro che rispetto.

Fino all’ultimo rapporto sessuale. Mi ha svegliato al mattino chiaramente eccitato e pronto per un intermezzo sexy. Ha chiesto se poteva penetrarmi, io ho detto di sì, gli ho preso un preservativo e se l’è messo. In quel momento eravamo stesi a cucchiaio, così mi ha penetrato da dietro. A un certo punto, verso l’inizio del rapporto, ho allungato la mano indietro per prendere la sua, e di colpo ho sentito il preservativo sul letto. Sconvolta e indignata, mi sono subito fermata e girandomi gli ho chiesto: “Perché te lo sei tolto?”. E lui mi ha risposto: “Volevo venire più in fretta”. Sono riuscita solo a dirgli: “Ti rendi conto di cos’hai fatto? Nemmeno riesco a guardarti”. Mi sono coperta gli occhi, e per qualche minuto sono scoppiata in un pianto irrefrenabile.

Una volta rivestita, fatta la doccia e uscita senza dire una parola, ho cominciato a elaborare la gravità delle sue azioni. È chiaro che non ha nessun rispetto per me, per il mio corpo, per la mia salute o le mie scelte riproduttive, e che ha dato priorità assoluta al suo piacere fisico. Lui si è scusato a più non posso, è scosso per quello che ha fatto e chiaramente pentito. Dopo avergli spedito diversi articoli che spiegano come sia un atto criminale ora sembra aver capito la gravità della cosa. È difficile far quadrare il rispetto costante che ha mostrato per me con un gesto sconsiderato e irrispettoso come questo. Nella migliore delle ipotesi è un coglione, nella peggiore il rispetto e le cure che ha per me sono una facciata, e io una stupida. Esiste qualche ragione per pensare di continuare a vederlo? È vagamente perdonabile?

– Stealthed On Suddenly

No.

Ora qualcuno si lancerà nella sezione commenti a sostenere l’ovvietà (obiettivamente vera) che tutto si può perdonare. C’è chi ha perdonato di peggio: voglio dire, ci sono madri che perdonano gli assassini dei propri figli. Ma le madri che trovano in loro la forza di perdonare gli assassini dei propri figli… ecco, con gli assassini dei propri figli non ci devono convivere, mangiare o dormire.

Non sto dicendo che perdonare la persona che ha ucciso tuo figlio sia facile (io non ne sarei capace), ma chi “perdona di peggio”, in genere, non deve mai più posare lo sguardo sulla persona perdonata.

Se quindi può essere vero che c’è chi ha perdonato di peggio, SOS, io non penso che tu debba farlo. E ti spiego perché: tu quest’uomo hai appena cominciato a frequentarlo, e tutte le virtù che elenchi – quelle che te lo ho hanno fatto sembrare buono, per bene e credo anche affettuoso (il fatto di cucinare, i massaggi, i complimenti, eccetera) – sono la facciata migliore che si mostra all’inizio di un rapporto. E non solo non c’è niente di male, SOS, ma è meglio evitare chi all’inizio non lo fa, perché le persone che non si sforzano di far colpo all’inizio sono le stesse che non si sogneranno di sforzarsi più avanti. Tutti ricorriamo a una facciata, SOS, ma alcuni la schiaffano su un tugurio dove nessuno vorrebbe vivere, e altri su una casetta che si rivela poi niente male. E se posso accanirmi su questa povera metafora: quando nella facciata si aprono le prime crepe, come prima o poi inevitabilmente accade, e tu riesci a sbirciare dietro, non sei stupida se ci trovi un tugurio. Lo sei se ti ci trasferisci anziché sloggiare.

In ogni caso, SOS, tutti fingono, ma prima o poi la facciata crolla e vedi le persone per quello che sono realmente. E dal crollo della facciata del tuo nuovo fidanzato è emerso uno stronzo egoista e insensibile che non rispetta il tuo corpo e i tuoi limiti. Si è comportato al meglio finché non ha sentito che avevi abbassato la guardia, e a quel punto di ha aggredito. Non sono difetti con cui si può imparare a convivere, né atti giustificabili. Vattene.

Francesca Ghermandi

Ho 27 anni e sono sposato in coppia aperta con una persona meravigliosa. Siamo migliori amici, sorrido ogni volta che arriva e abbiamo un sacco di cose in comune. Non facciamo però molto sesso. Al momento mi vedo con un’altra persona, e il sesso è ottimo. Abbiamo provato un po’ di bdsm leggero e di penetrazione con oggetti, e sto scoprendo che mi piace molto essere sottomesso. Ho un po’ il terrore, in quanto uomo, di violare inavvertitamente i limiti dell’altra persona. Inoltre soffro dei disturbi dello spettro autistico, e decifrare i segnali dei partner è già abbastanza difficile. Sottomettermi completamente a un’altra persona mi fa, paradossalmente, sentire del tutto al sicuro, e libero per la prima volta. Il problema è che anche la persona che ho sposato è piuttosto sottomessa. Quando prova a prendere l’iniziativa, i suoi segnali sono spesso così impercettibili che a me sfuggono. Il mese scorso abbiamo fatto sesso credo una volta, a fronte delle quattro o cinque con l’altra persona. La mia domanda è: conosci esempi di matrimoni aperti in cui i bisogni sessuali vengono soddisfatti essenzialmente con altri partner, pur mantenendo un felice rapporto platonico con il partner principale?

– Sexually Understanding Butt-Boy

Conosco personalmente gente sposata che si ama, è felice e non fa sesso, ma nelle cui vite il sesso non manca. Sono matrimoni platonici – a volte anche emotivamente passionali – in cui entrambi i coniugi trovano soddisfazione sessuale con partner secondari, terziari, quaternari, eccetera. Ma i matrimoni platonici aperti funzionano solo se a volerlo si è in due, e nella tua lettera i desideri dell’altra persona spiccano per la loro assenza.

Cosa pensa dell’assenza (o quasi) di sesso tra voi? Si direbbe che farlo con te le interessi – ogni tanto prova a prendere l’iniziativa – ma forse lo fa in automatico perché crede che tu lo voglia. Insomma, servirà un confronto coniugale sulle vostre vite sessuali. Se per te ricevere ordini chiari dalla partner secondaria si è rivelato sessualmente liberatorio, SUBB, potresti – all’interno del matrimonio – chiedere approcci sessuali un po’ meno impercettibili, o meglio ancora espliciti.

Non sta scritto da nessuna parte che i sottomessi – tra cui voi due – debbano essere discreti, astuti, o starsene lì in attesa che comincino gli altri. “Sono arrapato e stasera vorrei fare sesso” lo possono dire, e lo dicono, anche i sottomessi.

Ah, ragazzi: si avvicina il termine di presentazione dei cortometraggi – cinque minuti al massimo – per Hump!, il mio festivalino di film zozzi! I film di Hump! possono essere hard, soft, con persone reali, animati, kinky, vanilla, gay, etero, lesbici, trans, non binari: a Hump! tutto e tutti sono i benvenuti. I film si proiettano solo al cinema – non mettiamo niente online – per cui potete diventare pornodivi per un weekend senza rimanerlo per l’eternità su internet! La scadenza è il 13 settembre! Per scoprire come partecipare a Hump! visitate humpfilmfest.com.

(Traduzione di Matteo Colombo)

Savage love è una rubrica di consigli sessuali e di coppia pubblicata su The Stranger.

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