Avvertenza. Il linguaggio di questa rubrica è diretto ed esplicito.
Sono un omosessuale nero sulla trentina. Da ragazzo, parenti e amici mi davano del ciccione. Va detto che vivevo in una comunità interamente bianca con due genitori bianchi. Durante l’adolescenza, mentre venivo a patti con la mia sessualità, ho cominciato a fare palestra. Ho messo su un sacco di muscoli, che mantengo da diciassette anni, e la palestra mi aiuta molto a gestire l’ansia. Ricevo un sacco di attenzioni dai maschi, e spesso mi viene detto che sono molto attraente. Una volta mi ci crogiolavo perché pensavo di essere brutto. Ma quel che pensavo mi avrebbe reso felice in realtà non l’ha fatto. Ho sempre desiderato un rapporto sentimentale monogamo basato sull’amore e sul rispetto reciproci. Non è mai arrivato. Mi è capitato di uscire con gente che mi ha ficcato le mani nei pantaloni in pubblico. Una volta un tizio mi ha chiesto il numero al supermercato, e mentre glielo digitavo sul telefono ha cominciato a toccarmi un capezzolo. Ho subìto molestie sessuali al lavoro e richieste insistenti di sesso dopo che avevo detto no.
In cerca di consigli su queste esperienze, mi sono rivolto ad amici e mentori più anziani e saggi, ma spesso mi sento rispondere che dovrei “godermi le attenzioni finché sono giovane” o che certi comportamenti devo aspettarmeli per via del corpo che ho e di come mi vesto. Ho amici che dicono di non prenderla sul personale, che per alcuni sono semplicemente l’incarnazione delle loro fantasie gay sui neri. È davvero questo che devo aspettarmi dal mio percorso sentimentale? A volte mi chiedo se queste difficoltà non derivino in parte dall’essere nero. So che non sempre è così, e sinceramente provo una certa vergogna anche a parlarne, come se usassi la razza per giustificare i miei problemi. Ma la mia esperienza è così diversa da quella dei miei amici e mentori bianchi che non so. Sono in terapia con una persona non bianca che mi aiuta a lavorare sul mio essere nero e la mia sessualità. Ma il domandone che ho per te è: sto sbagliando qualcosa? O me la vedo con le stesse difficoltà che affrontano le altre persone queer non bianche?
– All Around Confused
La persona con cui fai terapia è più qualificata e al tempo stesso in una posizione migliore per aiutarti ad analizzare i problemi che derivano dal tuo essere queer e non bianco, quelli legati alle tue esperienze giovanili, e quelli che potresti crearti da solo. Ma una cosa la dirò: non c’è nulla di vergognoso nel chiedersi se il proprio essere neri – unito al razzismo degli altri, al tuo pregiudizio antineri interiorizzato e ad altre dinamiche che sfuggono al tuo controllo – sia d’ostacolo alla propria felicità.
Ma dirò anche questo, AAC: avresti meritato di meglio da parenti e amici durante l’adolescenza; meriteresti di meglio da amici, mentori, partner sentimentali, partner sessuali ed estranei al supermercato oggi. Devi poterti vestire come vuoi senza che qualcuno ti tocchi senza il tuo consenso. Nessuno deve insistere nel chiederti di fare sesso se non hai già esplicitamente accettato e/o hai già esplicitamente rifiutato. E se essere “l’incarnazione delle loro fantasie sui neri” ti facesse piacere – se fossi tu a voler vestire e svestire quei panni – sarebbe un conto. Ma non è un ruolo a cui devono relegarti degli sconosciuti, AAC, e mi inquieta sapere che per i tuoi amici dovresti tollerarlo, o addirittura adottarlo.
Venendo al dubbio che tu stia sbagliando qualcosa…
Ci sono uomini che fanno tutto come si deve e ancora non sono riusciti a trovare – superata abbondantemente la trentina – la relazione che vogliono. Tieni presente, AAC, che non si tratta semplicemente di trovare un uomo che voglia lo stesso tipo di relazione che vuoi tu, ovvero un rapporto d’amore monogamo anziché non monogamo. Devi trovare una persona che voglia lo stesso e sia anche sessualmente compatibile. Che nelle relazioni sessualmente esclusive la compatibilità sessuale abbia un’importanza enorme dovrebbe essere sottinteso, ma lo sottolineo perché di gente che intraprende relazioni sessualmente esclusive con persone con cui sessualmente non scatta ce n’è una cazzo di valanga (sul serio, certe settimane è metà della posta che ricevo). Ma la compatibilità sessuale da sola non basta. Bisogna anche trovare qualcuno i cui obiettivi in materia di lavoro, vita e famiglia siano affini ai propri. E a un certo punto, AAC, devi scendere a un compromesso. Potresti trovare un uomo che vuole sì la monogamia, ma anche altre cose (figli? barboncini? piercing ai capezzoli?) che tu non vuoi. Oppure uno con cui l’incastro è buono nella sfera sessuale, emotiva e sociale, ma che non vuole la monogamia o non la vuole per sempre. Forse non la vorrai per sempre nemmeno tu. Perché una relazione funzioni nel breve periodo bisogna negoziare e scendere a compromessi; perché funzioni sul lungo periodo, bisogna rinegoziare e rivedere i compromessi.
Per concludere, due cose.
La prima è che inviterei i lettori neri gay o queer a condividere le loro esperienze e le loro riflessioni con AAC nella sezione commenti. E se non hai mai visto il film Tongues untied, AAC, ti consiglio di approfittarne ora. È un documentario del 1989 diretto da Marlon T. Rigg, parla di cosa significa essere neri e gay nella nostra società ed è attuale oggi come trent’anni fa. Andrebbe visto da tutti.
Potresti ricordare ai tuoi lettori gay maschi che è maleducazione fotografare sconosciuti in pubblico (immagino lo facciano per masturbarcisi in seguito)?. Sono un eterosessuale che vive a Seattle da quattro anni, e il trattamento che i gay di qui riservano agli uomini per strada va dal semplice disturbo all’aggressione fisica. In genere è una cosa innocua: sto camminando sul marciapiede, un gay e i suoi amici mi vedono, bisbigliano qualcosa, ridacchiano, dopodiché uno di loro finge di scattare una foto di gruppo ma in realtà fotografa me. La cosa si ripete ogni sette, ottocento metri. Altre volte mi fotografano esplicitamente. Può capitare che uno di loro mi tagli la strada, cercando di urtarmi per “fare conoscenza”. Ieri, camminando, ho intravisto un gruppo di tre uomini sulla cinquantina e quando ho alzato gli occhi mi stavano fotografando tutti e tre. Ho fatto finta di niente, ma lo detesto. Ho tirato dritto, ma più avanti c’erano altri tre gay che mi si sono piazzati davanti per ostacolarmi. Uno di loro si è fatto platealmente da parte, e mentre passavo mi ha dato “senza volerlo” una gomitata, dopodiché mi ha guardato e ridendo ha detto: “Oh, scusa!”.
La maggior parte dei gay, ne sono sicuro, direbbe che certe cose non le fa. Ma quando sono in gruppo lasciano fare ai loro amici cose che normalmente non farebbero. È da vigliacchi ed è ora di finirla.
– Sneakily Taking Other Peoples Pics Is Completely Shitty
Gay di Seattle: lasciate in pace gli etero che camminano per strada, per favore. Non guardateli, non fotografateli, non tagliategli la strada, non urtateli e non ridete quando vi passano accanto, perché non pensino che ridiate di loro. E visto che non sempre potete distinguere i maschi etero da quelli gay, bisessuali, pansessuali, asessuali, omnisessuali, eccetera, eccetera, eccetera questo lungo elenco di divieti temo valga per qualsiasi uomo vi passi davanti. Cisgender, transgender, agender, bigender, eccetera, eccetera, eccetera: occhi bassi, telefoni in tasca e gomiti a posto.
Ecco fatto, STOPPICS. Spero possa servire.
Ma per chiarezza: non tutti gli sguardi sono sguardi lascivi. Nessuno deve toccarti senza il tuo permesso, va da sé, e andare a sbattere contro qualcuno non è un bel modo di “fare conoscenza”. E fotografarlo sfacciatamente può essere una forma di molestia, e certi stronzi – si sa – usano il telefono in quel modo. Ma fotografare la gente per strada non è un crimine: è una forma artistica da che è stata inventata la macchina fotografica. E può capitare che un gruppo di gay noti un uomo, lo guardi e riprenda la conversazione – o la risata – da dove si era interrotta, appena prima di notare il bell’uomo che passava per strada.
Come abbiamo visto nella prima lettera di questa rubrica, a volte i gay trattano gli altri uomini come oggetti. Ma è un problema degli uomini in generale, e non dei gay nello specifico. Se a Seattle o in qualsiasi altro posto partecipassi a un gruppo di sostegno per gente che non può camminare per strada senza attirare attenzioni sessuali indesiderate da parte degli uomini, in quella stanza troveresti quasi esclusivamente donne. Ben felice di ricordare ai gay di non comportarsi da maniaci, STOPPICS, ma è un richiamo che vale per gli uomini in generale.
***
Che cosa spinge un nonno etero sposato a pubblicare foto dei suoi piedi su un sito gay per feticisti dei piedi? Essendo io gay e feticista dei piedi non posso lamentarmi, visto che a guadagnarci sono io (alcuni di loro hanno piedi straordinari). Ma cosa li motiva? Da dove gli viene l’idea di fare una cosa del genere? A nessuno degli uomini etero che conosco passerebbe per la testa. È una cosa di cui non mi capacito.
– Fapping Over Older Toes Possesses Enjoyable Recreational Value
Innanzitutto qualche domanda per te, FOOTPERV: esiste un sito gay per feticisti dei piedi che ospita esclusivamente piedi di nonni eterosessuali? O stiamo parlando di un normale sito gay per feticisti dei piedi con una sezione riservata a quelli dei nonni eterosessuali? O uno specifico sito gay per feticisti dei piedi è stato di colpo invaso da foto caricate da nonni eterosessuali? Non è che avresti un link per un’amica?
Quanto a cosa possa spingere un nonno etero a pubblicare foto dei suoi piedi…
Su TikTok ci sono centinaia di migliaia di etero attraenti che ricercano di proposito le attenzioni dei gay – ragazzi etero con capelli e addominali perfetti che nicchiano sul loro orientamento sessuale e/o lo dissimulano per ottenere visualizzazioni, fama e mutande gratis – donde possiamo tranquillamente desumere l’esistenza di alcuni nonni eterosessuali disposti a pubblicare foto dei propri piedi. Al giorno d’oggi, FOOTPERV, tutti quanti – vecchi e giovani – viviamo nell’economia dell’attenzione, e un nonno etero con dei gran bei piedi può voler capitalizzare sull’attenzione. E dal momento che in pochi possono essere identificati attraverso le sole foto dei piedi, l’abituale asticella che impedirebbe di pubblicare foto su un sito feticista – il rischio di essere scoperti, giudicati e umiliati dalla combriccola della casa di riposo – si abbassa.
Quanto a cos’abbia suggerito a quel nonno l’idea di pubblicare le foto dei suoi piedi, FOOTPERV, azzardo: un nipote finto-ambiguo è andato a trovarlo e gli ha mostrato il suo TikTok.
(Traduzione di Matteo Colombo)
Savage love è una rubrica di consigli sessuali e di coppia pubblicata su The Stranger.
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it