10 maggio 2023 18:05

Avvertenza. Il linguaggio di questa rubrica è diretto ed esplicito.

Ultimamente si fanno molti studi sulla pornografia e i suoi effetti sul cervello. La mia domanda è: ne esistono anche sulla narrativa erotica? È un genere che sta letteralmente esplodendo nel settore del self publishing online, e mia moglie ne è un’avida consumatrice. Usano l’eufemismo “piccante”, ma ti garantisco che sono libri molto spinti. Mia moglie consuma un’infinità di e-book e audiolibri, e a quanto pare esiste una grande comunità di lettrici come lei. La narrativa erotica fa bene al nostro rapporto: ascoltiamo le scene insieme, e io aiuto mia moglie a raggiungere l’orgasmo con le mani o con la lingua. È un modo divertente di condividere l’intimità. E anche quando ci si “accoppia”, ascoltare è meno invasivo che guardare altra gente fare sesso su uno schermo. Ma tornando alla mia domanda: ci sono molti studi che analizzano l’effetto dei film porno e delle immagini pornografiche sul cervello, ma qualcuno ha mai studiato gli effetti della narrativa erotica? È il più antico strumento artistico di eccitazione che abbiamo. Cosa fa al nostro cervello?

–Lessons In Titillation

“Non mi sono mai imbattuta in studi neurologici sulla narrativa erotica”, risponde la dottoressa Kelsy Burke. “Il che che non mi sorprende, visto che le domande su cui gli scienziati si interrogano a proposito della sessualità riflettono in genere interessi sociali e culturali più ampi. In questo caso, la ricerca sul ‘porno’ riguarda quasi esclusivamente il mezzo visivo, non la parola scritta”.

La dottoressa Burke è sociologa e autrice di The pornography wars, un nuovo ed eccellente saggio sull’eterna guerra culturale alla pornografia. Il che equivale a dire, LIT, che se la dottoressa Burke non ha mai trovato studi sui testi zozzi che ama leggere tua moglie, vuol dire che non ce ne sono. E anche se esistono molti studi che analizzano gli effetti delle immagini pornografiche – in movimento o fisse – sul nostro cervello, i dati che producono sono spesso abbastanza inutili.

“Il rapporto tra pornografia e cervello è più discusso che studiato in modo empirico”, spiega Burke. “E a parlarne sono spesso gruppi che si oppongono alla pornografia per motivazioni politiche o religiose. Gli studi scientifici, per contro, producono risultati contrastanti, e nessuna conclusione definitiva sugli effetti della pornografia sul cervello”.

Insomma, nonostante gli studi e le diverse prese di posizione – da parte di detrattori e sostenitori della pornografia – la verità è che non sappiamo se le immagini e i video porno modifichino o meno il nostro cervello.

“Sappiamo questo: che il nostro cervello elabora le immagini sessantamila volte più velocemente dei testi”, spiega la dottoressa Burke. “Uno degli argomenti a mio avviso più convincenti sui potenziali danni del porno che si può trovare su internet - e che in realtà vale non solo per il porno ma per qualsiasi sito di streaming - è che a risucchiarci, talvolta più a lungo di quanto vorremmo, è il rapido alternarsi dei video, e la frenetica elaborazione di immagini a cui ci sottopone”.

Conosciamo tutti qualcuno che guarda troppa tv, gioca troppo ai videogiochi o passa troppo tempo su TikTok: tutti questi contenuti ci vengono serviti sugli stessi schermi da cui attingiamo per il porno, e tutti procurano le stesse scariche di dopamina. Ma se è normale preoccuparsi per il troppo tempo trascorso davanti allo schermo quando si tratta di Ted Lasso o Minecraft, il mix di piacere, autonomia di scelta e rischio di sfruttamento sessuale che caratterizza il porno alimenta un panico morale molto specifico. Laddove in genere non ci preoccupiamo se qualcuno passa troppo tempo a leggere, anche se mentre lo fa si masturba.

“E se è vero che possiamo avere sul Kindle un’enorme quantità romanzi erotici”, prosegue la dottoressa Burke, “difficilmente resteremo svegli tutta la notte a divorarli uno via l’altro, come faremmo, che so, con Netflix, perché a elaborare tutto quel testo il nostro cervello si stancherebbe”.

Tua moglie può anche essere cintura nera di lettura veloce, ma c’è un limite (un limite molto più basso) alla quantità di racconti che può leggere e/o con cui può masturbarsi in un giorno. Ma gli stessi moralisti che riescono a far vietare i libri con tematiche e personaggi lgbtq+, oltre a quelli che approfondiscono i torti commessi contro i neri e altre persone di colore (la schiavitù, le leggi Jim Crow, i campi di concentramento per giapponesi durante la seconda guerra mondiale, eccetera), hanno cominciato a prendersela con i romanzi. Quelli di Nora Roberts, autrice molto popolare (e non per ragazzi), sono stati appena ritirati dagli scaffali di una scuola superiore della Florida dopo le proteste di un’attivista del gruppo di destra Moms for Liberty (sapete chi leggeva i libri della Roberts prima che fossero vietati? Gli insegnanti. Sapete chi li legge ora? Gli adolescenti).

“Dubito che assisteremo a un boom di studi sugli effetti dei libri di Roberts sul cervello, e non soltanto perché bandire i libri è puro teatrino politico”, riflette la dottoressa Burke. Questo boom non ci sarà perché forse in definitiva non ne abbiamo bisogno. “I neuroscienziati sanno già che le storie che abbiamo in testa sono estremamente importanti per il nostro piacere sessuale”, dice la dottoressa Burke. “E queste storie – i nostri pensieri, le nostre emozioni – possono essere d’aiuto o di ostacolo alle esperienze sessuali. Per te e tua moglie, a quanto pare, sono d’aiuto”.

Seguite la dottoressa Burke su Twitter: @kelsyburke. E per saperne di più sul suo lavoro, visitate il suo sito kelsyburke.com.

Illustrazione di Francesca Ghermandi

Sono un omosessuale di 32 anni e vivo in una grande città degli Stati Uniti. A volte, sulle app, mi capita di rimorchiare studenti universitari. Chiarisco sempre da subito cosa cerco, e mi sforzo di rispettare la regola del bravo campeggiatore. Mi capita di rivedere più volte la stessa persona, e la porto fuori a cena o a bere qualcosa. In quei casi pago io, ricordando bene i tempi in cui ero uno studente universitario squattrinato. Quest’anno ho iniziato a vedermi un paio di volte al mese con un ragazzo di 21 anni. A un certo punto ho scoperto che viene da una famiglia molto ricca, non di quelle note, ma ricchissima. Non so con esattezza quanti soldi gli passino i genitori, ma mi ha detto che per lui il denaro non è un problema, e quando usciamo vuole sempre invitarmi. Gli ho chiesto di fare una volta per uno, perché la cosa non sia sbilanciata. Mi ha anche comprato un regalino per la casa costato meno di 40 dollari. Finché si tratta di cene o piccoli regali la cosa non mi turba. Ma quest’estate lui andrà a fare uno stage in Europa. Ho sempre desiderato visitare la città in cui lavorerà, e per il mio compleanno si è offerto di regalarmi il volo e un bell’albergo, e di coprire altre spese come i pasti. Fossimo coetanei accetterei, ma il divario di età me lo fa sembrare sbagliato. Per una persona così giovane sono un sacco di soldi, ma forse non è un problema visto che può disporre del patrimonio della famiglia? Per quel che ne so può permetterselo senza problemi, ma farei male ad accettare? Che implicazioni etiche ha il fatto di avere uno scopamico così giovane che paga al posto tuo?

Un po’ di contesto in più: gli ho detto molto chiaramente che non cerco una relazione, e mi ha risposto che per lui è lo stesso. Ci definiamo amici, entrambi frequentiamo e facciamo sesso con altri, prendiamo tutti e due la PrEP e l’ho invitato a farsi regolarmente gli esami per le malattie veneree. Con la sua famiglia non ho contatti, non lavoro nel settore in cui sta entrando lui, non abbiamo fantasie padre/figlio e sa che economicamente sto bene, per cui il suo sembra un gesto motivato da generosità e non da pietà.

–Spendy Holiday On Wealthy Undergrad’s Pocketbook

Le sue motivazioni potrebbero essere limpide (forse è solo generoso), ma potrebbe anche essere spinto dal desiderio, magari inconscio, di controllarti. Quando una persona molto ricca fa entrare nella sua orbita un piccolo fiammiferaio come te o come me, SHOWUP, ci lascia intravedere un mondo a cui da soli non avremmo accesso. La consapevolezza, cosciente o meno, che da quel mondo potremmo essere cacciati in qualsiasi momento può indurci ad accettare comportamenti che da parte di una persona che non ci fa volare in giro per il mondo e non ci paga alberghi di lusso non tollereremmo.

Ciò detto, non mi sembra che il tuo scopamico stia spendendo troppo o in modo manipolatorio, ma che sia solo adeguatamente generoso, e credo che dovresti accettare la sua offerta. Ogni tanto ricordati di pagare tu, SHOWUP, e goditi il viaggio.

P.S. Non sposarlo.

***

Mia sorella è morta l’anno scorso di cancro al seno. Mi ha commosso vedere come, negli ultimi sei mesi della sua vita, mio cognato, mia nipote e mio nipote hanno unito le forze per sostenersi nel difficile compito di badare a mia sorella. La nipote è poi tornata all’università, mentre il nipote, durante la malattia di mia sorella, si è trasferito dal padre. Il mese scorso sono andata a trovarli per badare alla casa, arrivando diverse ore prima del previsto (c’è stato un problema di comunicazione). Entrando con le mie chiavi, ho trovato mio cognato e mio nipote (27 anni) che dormivano nello stesso letto. Credo che fossero perfino nudi. Quando ho chiesto in privato a mio cognato se gli sembrasse opportuno, mi ha risposto che condividere l’intimità del letto li aiuta a elaborare il dolore per la perdita di mia sorella. Io, su questa cosa, ho qualche riserva. Diversi amici con cui ne ho parlato dicono che non sono affari miei. Cosa pensi che dovrei fare?

Keep Exclaiming “Yikes!”

Penso che, se arrivi in anticipo, dovresti bussare – prima di entrare in casa, non in camera da letto – anche se ti hanno dato le chiavi.

P.S. Le mie condoglianze per tua sorella.

P.P.S. Essendo tuo nipote e tuo cognato entrambi adulti, KEY, non c’è niente che tu possa fare. E l’elaborazione del lutto può essere un processo molto bizzarro, per cui ti conviene prendere per buona la spiegazione di tuo cognato, seguire il consiglio degli amici e farti i fatti tuoi.

P.P.P.S. Quando entriamo in casa d’altri senza preavviso – specie se ci spingiamo così in là da scoprire dove dormono e con che abbigliamento – possiamo incolpare solo noi stessi delle immagini mentali che rischiano di accompagnarci per il resto dei nostri giorni.

P.P.P.P.S. È chiaro che, se tuo cognato si scopa tuo nipote – esplicitiamo il sottinteso che inquieta tutti – non va bene. Ma se davvero è così (e non lo sappiamo), sapere che tu sai o sospetti potrebbe farli rinsavire… e smettere di scopare, e spingerli a cercare aiuto, KEY, nel qual caso avresti già fatto tutto il possibile.

P.P.P.P.S. Forse sarebbe il caso di indagare un po’ con tuo nipote (anche se nessuno vorrebbe fare a suo nipote domande del genere), per assicurarti che la cosa non vada avanti da sempre e lui non sappia come sottrarsi agli abusi… ammesso che ci siano stati abusi… e non è detto.

P.P.P.P.P.S. Ricevo spesso lettere false – che sono sicuro essere false – ma questa è una di quelle spero lo siano.

(Traduzione di Matteo Colombo)

Savage love è una rubrica di consigli sessuali e di coppia pubblicata su The Stranger. Inviate le vostre domande a mail@savagelove.net.

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