25 ottobre 2023 16:01

Avvertenza. Il linguaggio di questa rubrica è diretto ed esplicito.

Sono un lettore della tua rubrica, ho 36 anni, sono gay e vivo in Europa. Ho fatto coming out tardi, qualche anno fa, per via di certi vincoli sociali ed economici. Ho abitato con la mia famiglia ben oltre i vent’anni, e poi con dei coinquilini, perciò non ho mai avuto una relazione vera e propria con un uomo, né rapporti sessuali. Ho forti fantasie di dominazione e sottomissione, sempre nel ruolo del dom, che prevedono soprattutto giochi di ruolo e situazioni di scambio di potere con immobilizzatori, collari e catene. Idealmente mi piacerebbe avere un sub, all’inizio per un weekend, e poi magari una relazione con dinamiche d/s. Ho provato con un amico qualche tempo fa, solo un paio di volte, ma essendo un principiante completo gli ho rovinato il gioco, perché le manette si sono rotte e abbiamo fatto solo un po’ di sesso orale. Ho pubblicato un annuncio su Recon e comprato un po’ di cose (manette di qualità e una tuta arancione). Ho attaccato bottone con un paio di tizi interessati a conoscermi. Sono entrambi un po’ più anziani, muscolosi e apprezzati. Finora però non sono mai stati sub. Uno ha 43 anni, è sempre stato solo attivo e per una volta vorrebbe provare a cambiare ruolo. Ci starebbe anche ad avviare qualcosa di più duraturo. L’altro, un eterosessuale, è stato con delle dominatrici e vorrebbe sottomettersi a un maschio. A complicare le cose c’è il fatto che sono ancora molto efebico. Da quando ho cominciato il nuoto ho messo su un po’ di muscoli, ma non dimostro più di 28 anni, e ho qualche insicurezza a interagire con uomini più anziani e muscolosi di me, considerati il mio fisico e la mia inesperienza. Come posso prepararmi a fare il dom? Una volta ho letto qualcosa sul fatto di non mascherare le proprie insicurezze durante l’incontro, ma ho comunque bisogno di consigli, altrimenti rischio di rovinare tutto.

– Memento Audere

“Il bello delle fantasie e dei rapporti basati sullo scambio di potere è che nascono unicamente da una soddisfazione mentale”, dice Spot. “Lo stimolo principale è la sensazione, l’idea di potere e controllo (totale, parziale o nullo), non l’età, la massa muscolare o il genere. Non esiste un manuale che dica quale fisico devono avere un dom e un sub, o come si devono comportare”. Spot è un professionista svedese del bdsm che conduce regolarmente serate a tema allo Slm di Stoccolma. Ma quindici anni era nella tua stessa posizione, MA: ansioso di esplorare le sue fantasie bdsm, ma inesperto. All’inizio ha cercato uomini “con il suo stesso livello” d’esperienza, esplorando semplici situazioni d/s e giocando con quelle, finché non ha conosciuto l’uomo che sarebbe diventato il suo primo master.

“Insieme abbiamo creato il nostro universo, nel modo più naturale e funzionale possibile per noi”, dice Spot. “Tuttavia, esistono tanti modi di fare esperienza pratica. MA può trovare qualcuno simile a lui per idee e vissuto, e sperimentare insieme, oppure rivolgersi a un uomo più esperto e imparare da lui. Quest’ultimo potrà essere anche un partner sottomesso. ‘Dominare dal basso’ in maniera rispettosa può essere un ottimo strumento per condividere delle abilità”.

Qualunque sia l’approccio che sceglierai – cercare partner esperti o inesperti, cominciare da sub per poi passare a un ruolo più dominante, come ha fatto Spot – non tentare di spacciarti per navigato e informato se non lo sei.

“Essere sincero su quello che cerca e sul livello di esperienza che possiede aiuterà MA a calibrare al meglio i suoi primi incontri”, dice Spot. “E a trovare interessi comuni e negoziare su tempistiche, attività principali, limiti, parole o segnali di sicurezza, e il tipo di stato d’animo o sensazione che intende raggiungere. È davvero uno degli aspetti più importanti dell’accordo, perché quello che proviamo durante certe pratiche è importante quanto le stesse pratiche, se non di più”.

Sarai senz’altro impaziente di mettere in pratica alcune delle tue fantasie più complesse, MA, ma all’inizio ti conviene restare su quelle semplici. I kink avanzatissimi – per esempio tenere qualcuno imprigionato per un intero fine settimana – richiedono un tipo di conoscenza che si può ottenere solo da un educatore esperto e competente, o dopo anni di giochi praticati insieme a partner fidati. Guardare porno kinky non vale come istruzione, né come gioco insieme a partner fidati.

“Nessuno è esperto quando prova qualcosa per la prima volta”, dice spot. “Né la seconda o la terza, e a volte le manette si rompono. Può succedere di tutto, dal piccolo errore al disastro completo, anche a chi pratica da tempo. È da come ti comporti di fronte ai piccoli errori e ai disastri che si vedono la tua sicurezza ed esperienza”.

Venendo ai consigli pratici. Stai chattando con due tizi più anziani e muscolosi che vorrebbero sottomettersi, però ti senti insicuro e imbarazzato. Dopo avergli detto che non sei così esperto (cosa che diminuirà subito il tuo imbarazzo) e aver discusso quanto durerà la scena e cosa vi piace fare, come si comincia?

“Un sub vuole sempre sentirsi inferiore rispetto a te”, dice Spot. “La posizione più forte che uso è quella inginocchiata, perché la mente segue il corpo. Anche se la persona inginocchiata davanti a me è in grado di sopraffarmi fisicamente, non lo farà. Il che dimostra che è la mente a creare il vincolo più forte. Perciò MA dovrebbe stabilire una dinamica d/s di base il prima possibile, ordinando al suo sub di inginocchiarsi, e così metà del lavoro è fatta. Deve poi ricordare che divertirsi è una responsabilità condivisa. Un equivoco classico è quello di aspettarsi che il dom crei l’intero scenario, diriga lo spettacolo e sappia leggere nel pensiero”.Altro equivoco: un dom non può essere più magro, più giovane e meno esperto del suo sub.

“Fanculo all’idea diffusa di come dev’essere una dinamica di scambio di potere”, dice Spot. “Assumere il comando, reggere il volante e prendere tutte le decisioni pur essendo più giovani, piccoli e magari meno forti del proprio sub può essere estremamente eccitante. Di sicuro lo è per me”.

Spot suggerisce di leggere più che puoi, di cercare workshop sia dal vivo sia in rete, e di partecipare alla vita delle comunità bdsm e fetish. E per cominciare ti raccomanda due libri: The ritual of dominance and submission di David English e The leather and bdsm handbook di Vincent L. Andrews.

“Infine: benvenuto nel lato oscuro, MA”, conclude Spot, “dove il frutto proibito è consensuale e l’erba è sempre più verde! E quando non lo è, vuol dire che qualcuno ha fatto il cattivo e merita un castigo”.

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Illustrazione di Francesca Ghermandi

È locktober, e ho un uomo con il cazzo in gabbia! Gli ho preso una maglietta con sopra un lucchetto di castità e la scritta “La vita è dura. Lui no”. Voglio incoraggiare i suoi kink, capisci? Ho visto un’altra maglietta dello stesso stilista con sopra una specie di Superman della castità. Gli voglio comprare anche quella! Se la merita per quanto è dolce! Mi ha scaldato con la sua gentilezza e premura in un momento di necessità. Mi stavo riprendendo da un intervento alla spalla e lui si è preso cura della mia libido. Non mi dispiace essere tenero con lui, quello posso gestirlo. Una cosa che però non riesco a capire è come chiamarlo. Lui mi chiama “capo”, il che è ottimo perché al di fuori della mia relazione principale sono attivo, e mi piace come suona. Ma qual è il corrispettivo per lui? A “papà” si può associare “figlio”. A “signore”, “ragazzo”. “Padrone”, “schiavo”. Ma a “capo”? Ho provato a chiamarlo “amichetto”, ma mi sembrava una scemenza. Quindi come si chiama il sub quando il dom si fa chiamare capo? Ed è importante, poi? Lui vuole che sia io a decidere, però ho un vuoto di creatività.

– Newly Promoted Boss

Non è importante. Cioè, lo è per te – ed è giusto così – e magari anche per lui. Ma non è che ti fa irruzione in casa la polizia del gergo kinky se usi il corrispettivo sub sbagliato dell’onorifico “capo”.

Se ci rifletti bene, tu non sei effettivamente il suo capo, NPB, e a meno che quest’uomo meraviglioso abbia un feticismo per le dinamiche da ufficio (credimi, non ce l’ha nessuno), non intende “capo” in senso letterale. Quella che invoca è una figura autoritaria generica, che esercita un potere su di lui, potere che tu ora detieni perché è stato lui a concedertelo. Quindi non comandi letteralmente lui, NPB, ma al massimo il suo cazzo. E dato che a farsi comandare sono anche ragazzi, figli, schiavi e sub, a me pare che uno qualsiasi di questi termini possa funzionare.

Se però volessi dargli un nome che richiama “capo” nel senso lavorativo del termine – e non vedo perché tu debba volerlo – potresti scegliere “stagista”, “praticante” o “dipendente del mese”. Ma i termini con cui si chiamano i dipendenti nei posti di lavoro non sono molto sexy, e forse è meglio così. Il che ci riporta agli appellativi soliti: ragazzo, figlio, schiavo.

Potresti anche chiedere a lui cosa preferisce. Hai detto che ti piace come suona “capo”. A lui quale parola suona bene? Ma se vuole che sia tu a decidere, magari preferirà sentire (cioè gli verrà più duro a sentirlo) un termine che hai scelto tu. Detto in soldoni: qualunque termine tu scelga, non puoi sbagliare, NPB.

P.s. Mi sto riprendendo anch’io da un intervento alla spalla, è un calvario lungo e doloroso. E se questo ragazzo ti ha davvero aiutato a superarlo, non credo che farsi ottobre col cazzo in gabbia sia una ricompensa sufficiente. Direi di farglielo tenere così, senza toccarsi e senza venire, almeno fino a Natale.

(Traduzione di Francesco Graziosi)

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