03 giugno 2015 18:07
Il Cern di Ginevra. (Reuters/Contrasto)

Il superacceleratore di particelle del Cern di Ginevra è stato definitivamente riattivato dopo due anni di fermo per la manutenzione e il potenziamento della macchina, e dopo molte settimane di test. Alle 10.40 di mercoledì 3 giugno sono ricominciati gli esperimenti nel Large hadron collider, il grande anello sotterraneo situato tra Francia e Svizzera.

Sono stati fatti scontrare fasci di protoni a velocità prossime a quella della luce. Le collisioni tra protoni che ne deriveranno saranno quelle con l’energia più alta mai raggiunta, pari a 13 teralettronvolt. Si spera così di poter osservare particelle sconosciute e trovare conferme sperimentali alle teorie più importanti.

Nella prima fase di vita dell’Lhc, quando sono state raggiunte energie inferiori, è stato possibile osservare per la prima volta il bosone di Higgs e fare molte altre scoperte. Con le energie più alte si spera di andare oltre il modello standard, la teoria che descrive in modo accurato le particelle elementari e le loro interazioni, ma che non riesce a integrare la forza di gravità con le altre forze.

La supersimmetria, che ipotizza una particella “ombra” per ogni particella standard, potrebbe unificare le forze fondamentali. Uno dei compiti dell’Lhc sarà proprio la caccia alle particelle supersimmetriche. Altre scoperte dell’Lhc potrebbero per esempio aiutare a capire la materia oscura e l’energia oscura, che costituiscono gran parte dell’universo.

Il modello standard è la teoria che riesce a descrivere bene le particelle elementari e le loro interazioni. Tuttavia, il modello standard non spiega la materia oscura, che tiene insieme le galassie, né l’energia oscura, che causa l’espansione accelerata dell’universo, né la preponderanza della materia sull’antimateria. Per questo motivo i fisici cercano di superare il modello standard.

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