Srebrenica

Quo vadis, Aida? è una radiografia perfetta della guerra

Esce in Italia il film della regista Jasmila Žbanić, un capolavoro e una lezione di cinema che interroga sulle bugie e i silenzi, anche nostri, sul massacro di Srebrenica ordinato da Ratko Mladić nel luglio 1995. Leggi

Perché ricordare il massacro di Srebrenica, venticinque anni dopo

Tra l’11 e il 19 luglio del 1995 le forze serbe di Bosnia trucidarono ottomila uomini e ragazzi musulmani. Un atto di genocidio che le Nazioni Unite e le potenze mondiali non vollero evitare. Leggi

Il generale serbobosniaco Zdravko Tolimir è morto in carcere.
Il generale serbobosniaco Zdravko Tolimir è morto in carcere. Tolimir, 67 anni, era stato comandante dell’esercito serbobosniaco e braccio destro del generale Ratko Mladić durante la guerra in Bosnia. Stava scontando l’ergastolo per genocidio nel carcere di Scheveningen, nei Paesi Bassi. Nel 2012 dal Tribunale penale internazionale dell’Aja per la ex Jugoslavia l’aveva condannato per il massacro di Srebrenica e altri crimini commessi durante il conflitto.
La parola che i serbi non vogliono sentire

Chiedere scusa è difficile, ma ancor più difficile è chiedere scusa per un genocidio. La parola si blocca in gola a chi dovrebbe pronunciarla, come hanno dimostrato i turchi negli ultimi cento anni a proposito degli armeni dell’Anatolia orientale. Anche i serbi hanno appena dimostrato la stessa incapacità per quanto riguarda i musulmani bosniaci massacrati a Srebrenica. Leggi

Il premier serbo costretto a lasciare le celebrazioni a Srebrenica
Il premier serbo costretto a lasciare le celebrazioni a Srebrenica. Lancio di sassi e bottiglie alla cerimonia in Bosnia Erzegovina, l’11 luglio, per il ventesimo anniversario del massacro compiuto nel 1995 dalle forze serbe. Aleksandar Vučić ha lasciato il mausoleo di Potočari dove sono sepolte le vittime.
Il premier serbo costretto a lasciare le celebrazioni dell’anniversario di Srebrenica

Alcuni partecipanti alla cerimonia per il 20esimo anniversario del massacro di Srebrenica hanno lanciato sassi e bottiglie contro il premier serbo Aleksandar Vučić, costringendolo a lasciare il mausoleo di Potočari, dove sono sepolte le vittime. Prima di raggiungere Srebrenica per la commemorazione del massacro compiuto nel 1995 dalle forze serbe, di almeno 8mila tra uomini e bambini musulmani, Vučić aveva diffuso una lettera aperta in cui condannava l’eccidio.

Durante la visita al mausoleo, il premier serbo aveva appena deposto un fiore davanti al monumento che ricorda i nomi delle oltre 6.200 vittime identificate e sepolte nel cimitero quando la folla ha iniziato a scandire Allah akbar (dio è grande), lanciando pietre e bottiglie di vetro. Circondato dalle guardie del corpo, Vučić è riuscito a lasciare il cimitero tra gli appelli alla calma degli organizzatori.

Bosnia 1992-1995: la guerra in immagini

Bosnia 1992-1995 è un libro di un gruppo di fotografi e giornalisti bosniaci e stranieri che seguirono il conflitto. Questo video è una raccolta del lavoro dei fotoreporter, che ricostruisce il corso della guerra dall’inizio, nell’aprile del 1992, fino agli accordi di pace di Dayton del dicembre 1995. Attenzione: il video contiene immagini cruente. Leggi

Le ferite di Srebrenica

L’11 luglio saranno vent’anni dal massacro di Srebrenica, in Bosnia Erzegovina: ottomila uomini e ragazzi musulmani furono uccisi dalle forze armate serbobosniache dopo un’offensiva durata cinque giorni. È stata la più grave strage commessa in Europa dopo la seconda guerra mondiale. Leggi

La Russia pone il veto su Srebrenica
La Russia pone il veto su Srebrenica. Mosca ha bloccato la risoluzione delle Nazioni Unite che definiva “genocidio” il massacro perpetrato nel 1995 in Bosnia orientale. I serbi guidati dal generale Ratko Mladić hanno ucciso ottomila persone di religione musulmana.
Scontro alle Nazioni Unite sulla commemorazione per Srebrenica

Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha rinviato da ieri a oggi il voto su una risoluzione commemorativa della strage di Srebrenica, nel tentativo di convincere la Russia a non mettere il proprio veto al documento. Leggi

Il tribunale per l’ex Jugoslavia conferma le condanne per il massacro di Srebrenica

Il Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia ha confermato in appello l’ergastolo nei confronti di due ex capi militari delle truppe serbobosniache. I due uomini sono ritenuti colpevoli di genocidio per il loro ruolo nel massacro di Srebrenica, compiuto nel 1995 nel corso della guerra in Bosnia Erzegovina, nel quale morirono ottomila persone, in maggior parte uomini e ragazzi bosniaci di religione musulmana.

Vujadin Popović, 57 anni, ex colonnello dell’esercito serbobosniaco, e Ljubiša Beara, 75 anni, ex capo della sicurezza dell’armata dei serbi di Bosnia, erano stati condannati all’ergastolo nel 2010 per genocidio, crimini contro l’umanità e per violazione delle leggi e dei costumi bellici.

Il verdetto ha confermato anche le condanne di altri due responsabili militari serbobosniaci: 35 anni di carcere per Drago Nikolić e tredici per Vinko Pandurević. La pena detentiva di un quinto uomo, Radivoge Miletić, è stata ridotta da 19 a 18 anni di carcere. Afp, Bbc

La memoria di Srebrenica

Nel luglio del 1995 a Srebrenica, una città nell’est della Bosnia Erzegovina, i soldati serbobosniaci guidati dal generale Ratko Mladić hanno massacrato circa ottomila uomini e ragazzi bosniaci di religione musulmana. La città, che era stata dichiarata zona di sicurezza delle Nazioni Unite, fu conquistata l’11 luglio, nonostante la presenza di un contingente di caschi blu olandesi. Leggi

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