Alcune di loro erano adolescenti quando si sono viste inserire un dispositivo intrauterino senza il loro consenso: 67 donne nate in Groenlandia hanno presentato il 2 ottobre una richiesta di risarcimento al governo danese, responsabile della campagna.
Le ricorrenti chiedono trecentomila corone a testa (circa 40.200 euro).
Alla fine degli anni sessanta la Danimarca ha attuato una politica di contraccezione forzata per ridurre il tasso di natalità nel territorio artico che, pur non essendo più una colonia dal 1953, è rimasto sotto il controllo di Copenaghen.
Alcuni podcast basati sugli archivi nazionali, trasmessi nella primavera del 2022 dall’emittente danese Dr, hanno rivelato i dettagli di questa campagna in un momento in cui Danimarca e Groenlandia, che ha acquisito lo status di territorio autonomo nel 2009, stanno discutendo delle loro relazioni passate.
Una commissione d’inchiesta istituita nel 2022 presenterà il suo rapporto finale nel 2025, ma le ricorrenti chiedono risarcimenti in tempi rapidi.
“Non vogliamo aspettare i risultati dell’inchiesta”, ha dichiarato all’Afp la psicologa Naja Lyberth, che ha presentato una richiesta di risarcimento.
“Stiamo invecchiando”, ha spiegato. “Le più anziane di noi, a cui hanno inserito il dispositivo negli anni sessanta, hanno quasi ottant’anni”.
Diritti violati
Negli anni sessanta e settanta circa 4.500 giovani inuit si sono viste inserire il dispositivo senza il loro consenso né quello delle loro famiglie.
Secondo Lyberth, molte di loro non sapevano neanche di avere un dispositivo contraccettivo. Fino a pochi anni fa capitava che i ginecologi groenlandesi trovassero i dispositivi in donne che non ne erano a conoscenza.
“È già assodato che il governo danese ha infranto la legge, violando i nostri diritti e causandoci gravi danni”, ha aggiunto.
Lyberth è convinta che il governo rifiuterà le loro richieste in attesa dell’esito dell’inchiesta, ma a quel punto sarà un tribunale a decidere.
Nel 2022 sei inuit hanno ricevuto le scuse del governo danese e un risarcimento più di settant’anni dopo essere stati separati dalle loro famiglie e trasferiti in Danimarca nell’ambito di un esperimento sociale: dovevano poi tornare in Groenlandia per costituire un’élite filodanese sull’isola.