L’asteroide Bennu (Ho, Nasa/Goddard/University of Arizona)

Un campione dell’asteroide Bennu riportato sulla Terra contiene grandi quantità di acqua e carbonio, ha annunciato l’11 ottobre la Nasa, l’agenzia spaziale statunitense. La scoperta potrebbe aiutarci a capire se gli asteroidi abbiano portato sulla Terra i composti che hanno permesso lo sviluppo della vita, come sostengono alcuni scienziati.

“Le molecole di acqua e carbonio erano proprio quello che cercavamo”, ha affermato il capo della Nasa Bill Nelson a Houston, in Texas.

“Sono elementi essenziali per il nostro pianeta e ci aiuteranno a capire le origini della vita”, ha aggiunto.

Nel 2020 la missione Osiris-Rex aveva prelevato il campione da Bennu, un asteroide dal diametro di cinquecento metri che all’epoca si trovava a più di trecento milioni di chilometri dalla Terra. La sonda contenente il prezioso campione è tornata sulla Terra poco più di due settimane fa, atterrando in un deserto statunitense.

Le analisi sono state effettuate presso il Johnson space center della Nasa a Houston. In base ai risultati preliminari, si tratta del campione spaziale più ricco di carbonio mai riportato sulla Terra.

La Terra “inseminata”

“Abbiamo scelto l’asteroide giusto”, ha commentato lo scienziato della Nasa Daniel Glavin. “Per gli astrobiologi è un sogno realizzato”.

“Il carbonio è essenziale per la vita sulla Terra”, ha aggiunto. “Tutti noi siamo fatti di carbonio”. È possibile che in un lontano passato asteroidi come Bennu abbiano “inseminato” la Terra, rendendo possibile lo sviluppo della vita.

L’acqua è presente su Bennu all’interno dei cosiddetti idrati.

“Sono convinto che l’acqua sia arrivata sulla Terra proprio così”, ha affermato Dante Lauretta, responsabile scientifico della missione. “Se la Terra è abitata, se abbiamo oceani, laghi e fiumi, è perché questi idrati sono arrivati sulla Terra più di quattro miliardi di anni fa”.

Analizzare il campione di Bennu potrebbe rivelarsi utile anche per un altro motivo. C’è un piccolo rischio – una possibilità su 2.700 – che l’asteroide possa colpire la Terra nel 2182, una collisione che avrebbe conseguenze catastrofiche.

Conoscere la composizione del campione potrebbe quindi aiutarci a capire meglio la traiettoria di Bennu e anche, se fosse necessario, a trovare il modo di deviarlo.