Joel Saget, Afp

La Commissione europea ha annunciato il 12 ottobre l’apertura di un’inchiesta sul social network X (l’ex Twitter), accusato di diffondere “notizie false” e “contenuti violenti e terroristici, che incitano all’odio”, dopo l’attacco di Hamas in territorio israeliano.

In un comunicato stampa, la Commissione ha affermato di aver inoltrato una richiesta d’informazioni alla piattaforma di Elon Musk. Si tratta del primo procedimento lanciato in base al Digital services act (Dsa), la nuova legislazione europea sui servizi digitali. Due giorni prima il commissario europeo per il mercato interno e i servizi Thierry Breton aveva inviato a X una prima lettera di avvertimento.

La richiesta d’informazioni inoltrata a X è il primo passo di un procedimento che, nel caso siano accertate violazioni sistematiche del Dsa, potrebbe portare a pesanti sanzioni pecuniarie. In casi estremi le multe possono arrivare al 6 per cento del fatturato dell’azienda responsabile.

“La richiesta d’informazioni è la conseguenza delle segnalazioni ricevute in merito alla diffusione di contenuti illeciti”, ha spiegato la Commissione.

Si tratta di un documento di circa quaranta pagine che contiene una serie di domande specifiche.

Le domande iniziali riguardano la pubblicazione di notizie false e altri contenuti illeciti legati al conflitto tra Israele e Hamas. L’azienda dovrà rispondere entro il 18 ottobre, mentre potrà rispondere entro il 31 ottobre ad altre domande meno urgenti.

“L’obiettivo è proteggere i nostri cittadini e le nostre democrazie, garantendo agli utenti un ambiente sicuro e fonti d’informazione affidabili, anche in tempi di crisi”, ha dichiarato Breton all’Afp.

Il conflitto tra Israele e Hamas sta suscitando forti emozioni in tutto il mondo, e queste possono favorire i tentativi di manipolare l’opinione pubblica. Video di ostaggi, di corpi decapitati, di omicidi: i social network sono stati inondati da immagini di violenze, ma anche da tentativi di disinformazione.

Meta e TikTok

Bruxelles ha lanciato degli avvertimenti preliminari anche al gruppo statunitense Meta (Facebook e Instagram) l’11 ottobre e al social network cinese TikTok il 12 ottobre.

Nel suo avvertimento a Meta, Breton ha citato la disinformazione riguardo a elezioni nei paesi europei, soffermandosi anche sulle elezioni legislative del 15 ottobre in Polonia e sulle elezioni europee del giugno 2024.

Per quanto riguarda il conflitto tra Israele e Hamas, un portavoce di Meta ha spiegato che l’azienda “ha reagito creando un centro operativo speciale con personale esperto”.

Nell’avvertimento a TikTok, Breton ha affermato che “essendo la piattaforma molto usata da bambini e adolescenti, avete il dovere di proteggerli da contenuti violenti, che invece sembrano circolare senza controlli di sicurezza”.

Il 12 ottobre X ha pubblicato una risposta alla prima lettera di Breton, spiegando di aver già provveduto a “cancellare o segnalare decine di migliaia di post legati all’attacco di Hamas”.

“Su X non c’è posto per organizzazioni terroristiche o gruppi violenti, e confermiamo il nostro impegno a eliminare gli account che non rispettano le regole”, ha affermato la piattaforma.

Bruxelles ha stabilito di recente che tra le grandi piattaforme digitali che rientrano nel Dsa, X è quella che diffonde la maggior parte delle notizie false.

Quando il rispetto delle regole era ancora su base volontaria, l’azienda si era ritirata da un gruppo europeo di supervisione e Musk – fautore della “libertà d’espressione senza limiti” – aveva respinto le critiche in una serie di post.

A settembre Musk si è vantato di aver dimezzato il team interno che si occupava di monitorare e limitare la disinformazione e i tentativi d’influenzare le elezioni in vari paesi.