Lionel Bonaventure, Afp

Il 19 ottobre la Commissione europea ha annunciato l’apertura di un’inchiesta sui social network di proprietà dell’azienda statunitense Meta (Facebook e Instagram) e sul social network cinese TikTok, e ha chiesto informazioni sulle misure adottate per prevenire la diffusione di “notizie false” e “contenuti illeciti” dopo l’attacco di Hamas in territorio israeliano.

La Commissione europea ha spiegato di aver inviato una richiesta formale di informazioni alle due aziende, una settimana dopo aver avviato la stessa procedura contro X (l’ex Twitter), sulla base del Digital services act (Dsa), la nuova legislazione europea sui servizi digitali.

La settimana scorsa Thierry Breton, il commissario europeo per il mercato interno e i servizi, aveva inviato lettere preliminari di avvertimento a X, Meta, TikTok e YouTube (Alphabet).

Delle quattro, YouTube è l’unica a non essere stata ancora sottoposta a un’inchiesta formale.

L’apertura dell’inchiesta costituisce la prima fase di un procedimento che potrebbe portare a pesanti sanzioni pecuniarie in caso di accertatamento di ripetute violazioni del Dsa. In casi estremi le multe possono arrivare al 6 per cento del fatturato.

La Commissione ha chiesto a Meta e TikTok di spiegare nel dettaglio “le misure adottate per rispettare i loro obblighi in materia di valutazione e riduzione del rischio”. Le due aziende avranno tempo fino al 25 ottobre per rispondere.

Manipolazione dell’opinione pubblica

Il conflitto tra Israele e Hamas sta suscitando forti emozioni in tutto il mondo, che possono alimentare i tentativi di manipolazione dell’opinione pubblica. Dal 7 ottobre i social network sono stati inondati da immagini violente e tentativi di disinformazione.

“L’ampia diffusione di contenuti illeciti e di notizie false comporta un chiaro rischio di stigmatizzazione di alcune comunità e di destabilizzazione delle nostre strutture democratiche”, ha avvertito Thierry Breton il 18 ottobre in un discorso al parlamento europeo.

“Gli attentati terroristici del 13 ottobre ad Arras, in Francia, e del 16 ottobre a Bruxelles ci ricordano che la minaccia è reale”, ha aggiunto.

Dalla fine di agosto i giganti del digitale sono sottoposti a regole più severe in Europa, soprattutto in materia di moderazione e rimozione dei contenuti illeciti.

La settimana scorsa un portavoce di Meta ha spiegato che l’azienda “ha creato un centro operativo speciale sul conflitto in Medio Oriente, con personale esperto”.

Anche X ha affermato di aver creato un apposito “gruppo di lavoro”, aggiungendo di aver “cancellato o segnalato decine di migliaia di messaggi legati all’attacco di Hamas”.

Bruxelles ha stabilito di recente che tra le grandi piattaforme digitali che rientrano nel Dsa, X è quella che diffonde la maggior parte delle notizie false.

Quando il rispetto delle regole era ancora su base volontaria, l’azienda si era ritirata da un gruppo europeo di supervisione, e il proprietario Elon Musk – fautore della “libertà d’espressione senza limiti” – aveva respinto le critiche in una serie di post.

A settembre Musk si è vantato di aver dimezzato il team interno che si occupava di monitorare e limitare la disinformazione e i tentativi d’influenzare le elezioni in vari paesi.