Israele ha annunciato che sta intensificando i suoi attacchi contro la Striscia di Gaza in preparazione di un’invasione di terra.
“Da oggi aumenteremo i nostri attacchi” contro la Striscia di Gaza, ha avvertito sabato il portavoce dell’esercito israeliano, il generale Daniel Hagari, con l’obiettivo di “ridurre i rischi per le nostre forze nelle prossime fasi” del conflitto.
“Entreremo a Gaza, lo faremo per uno scopo operativo, per distruggere le infrastrutture e i terroristi di Hamas, e lo faremo in modo professionale”, ha dichiarato il capo di stato maggiore israeliano, il generale Herzi Halevi.
Secondo le autorità israeliane dal 7 ottobre più di 1.400 persone, la maggior parte delle quali civili, sono state uccise in territorio israeliano dai combattenti di Hamas.
Nella Striscia di Gaza almeno 4.385 palestinesi, la maggior parte dei quali civili, sono stati uccisi negli incessanti bombardamenti compiuti per rappresaglia dall’esercito israeliano, secondo il ministero della sanità di Hamas.
L’esercito israeliano ha ammassato decine di migliaia di soldati ai confini di questo piccolo territorio abitato da 2,4 milioni di palestinesi. Un’operazione di terra si preannuncia pericolosa in questa città sovraffollata, piena di trappole mortali e tunnel, e con i combattenti di Hamas che tengono ancora in ostaggio più di 200 israeliani e stranieri.
Nella Striscia di Gaza la situazione umanitaria è “catastrofica” e gli ospedali traboccano di feriti, secondo le Nazioni Unite.
Il 15 ottobre Israele ha ordinato ai civili che vivono nel nord della Striscia di Gaza di andar via per evitare di essere colpiti dai bombardamenti israeliani.
Ma gli attacchi continuano anche nelle zone meridionali del territorio. Le autorità di Hamas hanno riferito che nove persone sono state uccise in un attacco aereo a Khan Younès sabato sera.
“Manca poco tempo prima che i tassi di mortalità aumentino a causa dell’insorgere di malattie e della mancanza di cure mediche”, hanno avvertito cinque agenzie delle Nazioni Unite in una dichiarazione congiunta diffusa sabato.
Sabato scorso, un convoglio di venti camion che trasportava aiuti umanitari è entrato attraverso il valico di frontiera di Rafah, l’unica uscita dalla Striscia di Gaza non controllata da Israele. Il valico è stato poi nuovamente chiuso.
Secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (Ocha) sarebbero necessari almeno cento camion al giorno per far fronte alla situazione.