Fumo che si leva dagli edifici colpiti dagli attacchi israeliani a Gaza. (John MacDougall, Afp)

Sabato l’esercito israeliano ha bombardato la Striscia di Gaza per il secondo giorno consecutivo dopo la fine della tregua con il movimento islamista palestinese Hamas, che aveva portato al rilascio di ostaggi e alla consegna di aiuti di emergenza.

L’esercito israeliano ha dichiarato di aver colpito “più di 400 obiettivi” nel piccolo territorio palestinese dalla ripresa delle ostilità venerdì mattina, tra cui cinquanta nella regione di Khan Yunis (a sud), dove l’obitorio dell’ospedale principale era intasato, secondo un corrispondente dell’Afp.

Secondo il ministero della sanità di Hamas i bombardamenti hanno provocato almeno 240 morti e 650 feriti.

Sabato mattina l’esercito israeliano ha inviato degli sms agli abitanti di diverse aree, in particolare i quartieri settentrionali di Khan Yunis e i villaggi al confine con Israele nel centro della Striscia di Gaza, ordinando loro di “andarsene immediatamente”.

Israele e Hamas si incolpano a vicenda per la fine della tregua, che aveva visto il rilascio di un centinaio di ostaggi in cambio della liberazione di 240 prigionieri palestinesi, nonché l’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza.

Al confine settentrionale di Israele sono ripresi i combattimenti tra l’esercito israeliano e il movimento libanese Hezbollah, alleato di Hamas.

Secondo il ministero della difesa siriano, sabato Israele ha compiuto degli attacchi aerei nei pressi della capitale siriana Damasco.

Secondo l’agenzia di stampa palestinese Wafa, le forze israeliane hanno effettuato operazioni notturne in vari settori della Cisgiordania, dove Hamas ha dei sostenitori.

L’ong Medici senza frontiere ha annunciato sabato che l’ospedale al Awda, uno dei pochi ancora operativi nel nord della Striscia di Gaza, è stato parzialmente colpito da un attacco venerdì.

Nel frattempo la situazione sanitaria nella Striscia di Gaza si sta deteriorando: l’Organizzazione mondiale della sanità ha segnalato 111mila casi di infezioni respiratorie acute e 36mila casi di diarrea nei bambini sotto i cinque anni tra gli sfollati.