Una manifestazione degli indipendentisti catalani a Barcellona, l’11 settembre 2023. (Albert Gea, Reuters/Contrasto)

Il 14 marzo il congresso dei deputati spagnolo ha approvato un progetto di legge di amnistia per gli indipendentisti catalani condannati o perseguiti per il fallito tentativo di secessione della Catalogna nel 2017.

Messa a punto dal Partito socialista, guidato dal premier Pedro Sánchez, insieme ai due partiti indipendentisti catalani il cui sostegno è fondamentale per il governo, la legge è stata approvata con 178 voti a favore e 172 contrari.

Il testo passerà ora all’esame del senato, controllato dalla destra, che si oppone all’amnistia e ha fatto sapere che ne ritarderà l’esame il più a lungo possibile. Il progetto di legge sarà poi trasmesso alla camera bassa per l’adozione finale, prevista non prima di maggio.

La votazione si è svolta in un clima di grande tensione tra il governo di sinistra e il Partito popolare (Pp, la principale formazione d’opposizione).

In un discorso tenuto prima del voto, il leader del Pp Alberto Núñez Feijóo ha affermato che “questa legge divide la Spagna” e ha denunciato “l’assoluta mancanza di scrupoli di Sánchez”.

“Non si tratta di una riconciliazione con la Catalogna, ma di una sottomissione agli indipendentisti, e l’unico scopo di questa manovra è permettere a Sánchez di restare al potere”, ha aggiunto.

L’approvazione definitiva dell’amnistia chiuderebbe i procedimenti giudiziari contro centinaia di politici e attivisti accusati di essere coinvolti nell’organizzazione di un referendum per l’autodeterminazione della Catalogna. Tra loro c’è anche l’ex presidente catalano Carles Puigdemont, fuggito in Belgio più di sei anni fa per evitare l’arresto.

Il 30 gennaio il congresso dei deputati aveva respinto una prima versione del progetto di legge di amnistia. Paradossalmente era stato il partito indipendentista Junts per Catalunya a votare contro la legge, sostenendo che non garantisse l’applicazione dell’amnistia al suo leader Puigdemont.

La formazione indipendentista pretendeva che il testo garantisse l’applicazione anche a chi fosse accusato di “terrorismo” e “tradimento”, una richiesta che il Partito socialista ha poi accolto.

La nuova versione del testo non contiene infatti riferimenti al codice penale spagnolo e rimanda alle regole europee, che danno una definizione diversa di terrorismo.