I parenti di una delle vittime dell’attentato suicida a Kandahar, il 21 marzo 2024. (Qudratullah Razwan, Epa/Ansa)

Almeno tre persone sono morte la mattina del 21 marzo in un attentato suicida davanti a una banca a Kandahar, nel sud dell’Afghanistan, attribuito al gruppo jihadista Stato islamico.

“Tre persone sono morte e dodici sono rimaste ferite”, ha dichiarato all’Afp Inamullah Samangani, direttore del dipartimento dell’informazione e della cultura della provincia di Kandahar.

Di solito, però, le autorità taliban annunciano bilanci delle vittime inferiori a quelli forniti dagli ospedali. In questo caso una fonte ospedaliera ha riferito all’Afp che i morti sarebbero in realtà venti.

“In base alle informazioni in nostro possesso il crimine è opera del gruppo Stato islamico”, ha affermato poche ore dopo Abdul Mateen Qani, portavoce del ministero dell’interno.

L’attentato non è stato ancora rivendicato.

“Le vittime sono civili”, ha dichiarato Samangani, aggiungendo che sono state prese di mira persone che erano andate in banca per ritirare il loro stipendio.

Kandahar è una storica roccaforte dei taliban. L’emiro Hibatullah Akhundzada, leader supremo dei taliban, vive in città, anche se il governo ha sede nella capitale Kabul.

Il numero degli attentati si è ridotto da quando i taliban sono tornati al potere, nell’agosto 2021.

Ma alcuni gruppi armati, tra cui lo Stato islamico, costituiscono ancora una minaccia.

Il gruppo prende di mira soprattutto i membri della minoranza sciita hazara, che rappresenta circa il 9 per cento della popolazione afgana.

Dall’inizio del ramadan, quindici giorni fa, nel paese sono stati segnalati numerosi episodi di violenza, ma la maggior parte non è stata confermata dalle autorità.