La sera del 16 aprile migliaia di persone hanno partecipato a una manifestazione davanti al parlamento di Tbilisi, in Georgia, dopo l’approvazione in prima lettura di un controverso progetto di legge sugli “agenti stranieri”.
I deputati hanno approvato in prima lettura il progetto di legge con 78 voti a favore e 25 contrari.
L’opposizione considera il testo illiberale e chiaramente ispirato alla legislazione russa che il Cremlino usa da anni per reprimere il dissenso.
“Strategia russa di destabilizzazione”
La presidente filoeuropea Salomé Zourabichvili, in aperto conflitto con il partito di governo Sogno georgiano, ha più volte criticato la legge, definendola “in contrasto con la volontà del popolo”.
“Fa parte di una strategia russa di destabilizzazione del paese”, ha aggiunto.
Il testo, che ha suscitato forti critiche anche in occidente, potrebbe compromettere il rafforzamento dei legami con l’Unione europea, alla quale la Georgia vorrebbe aderire.
Riuniti davanti al palazzo del parlamento nel centro di Tbilisi, migliaia di manifestanti hanno scandito slogan contro il governo e contro Mosca, tra cui “no alla legge russa!”.
Centinaia di manifestanti si sono scontrati con la polizia e alcuni di loro sono stati arrestati.
Il 15 aprile alcuni deputati filogovernativi e di opposizione erano venuti alle mani in parlamento durante un dibattito sul progetto di legge.
In caso di approvazione della legge, le organizzazioni che ricevono più del 20 per cento dei finanziamenti dall’estero saranno obbligate a registrarsi come “organizzazioni che perseguono gli interessi di una potenza straniera” per evitare forti multe.
Il governo sostiene che la legge aumenterà la “trasparenza”, ma i critici temono che possa essere usata per reprimere le ong e i mezzi d’informazione indipendenti.
L’Unione europea ha chiesto la cancellazione della legge, considerata incompatibile con le riforme che il paese deve attuare in vista dell’adesione.