Un manifestante filopalestinese a New York, negli Stati Uniti. (John Lamparski, Afp)

Il 22 maggio la Spagna, l’Irlanda e la Norvegia hanno annunciato la decisione comune di riconoscere uno stato palestinese, in un momento in cui la “soluzione a due stati” del conflitto tra israeliani e palestinesi è sempre più minacciata.

Il primo ministro norvegese Jonas Gahr Støre ha affermato che il riconoscimento sarà ufficializzato il 28 maggio.

Poco dopo anche il primo ministro irlandese Simon Harris ha annunciato il riconoscimento della Palestina, salutando un “giorno storico”, seguìto poco dopo dal suo collega spagnolo Pedro Sánchez, uno dei critici più accesi dell’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza.

“Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu non ha un piano di pace per la Palestina”, ha dichiarato il premier socialista spagnolo davanti al congresso dei deputati.

“Combattere il gruppo terroristico Hamas è legittimo considerando quanto è accaduto il 7 ottobre, ma Netanyahu sta causando così tanto dolore, distruzione e risentimento a Gaza e nel resto della Palestina che la soluzione a due stati è in grave pericolo”, ha aggiunto.

Anche il riconoscimento dello stato palestinese da parte di Madrid sarà ufficializzato il 28 maggio.

Secondo l’Autorità Nazionale Palestinese (Anp), 142 dei 193 stati delle Nazioni Unite hanno già riconosciuto uno stato palestinese.

All’iniziativa congiunta di Madrid, Dublino e Oslo potrebbero presto aderire altri paesi europei, tra cui Malta e Slovenia.

Il ministero degli esteri israeliano ha reagito agli annunci di Irlanda e Norvegia richiamando per consultazioni gli ambasciatori nei due paesi.

“Dublino e Oslo hanno inviato ai palestinesi e al mondo intero un messaggio chiaro: il terrorismo paga”, ha affermato il ministro degli esteri israeliano Israel Katz.