Almeno 46 persone, tra cui 37 bambini, sono morte annegate durante un festival religioso indù nello stato del Bihar, nel nordest dell’India, hanno dichiarato il 26 settembre all’Afp le autorità locali.

“Le vittime stavano facendo il bagno in fiumi ingrossati dalle alluvioni che hanno colpito lo stato”, ha affermato un funzionario locale, addetto alla gestione dei disastri naturali, che ha chiesto di restare anonimo.

“Purtroppo i partecipanti al festival hanno ignorato il livello pericolosamente alto dei fiumi”, ha aggiunto.

Sono ancora in corso le ricerche di tre persone disperse.

Gli annegamenti sono avvenuti tra il 24 e il 25 settembre in quindici distretti del Bihar in occasione del festival indù Jitiya parv, durante il quale le madri digiunano per garantire il benessere dei figli.

Gli incidenti di massa sono piuttosto frequenti durante le festività indù, alcune delle quali attirano milioni di fedeli.

Nel luglio scorso più di 120 persone erano morte nella calca durante un raduno religioso nello stato settentrionale dell’Uttar Pradesh.

Si è trattato dell’episodio più grave di questo tipo degli ultimi dieci anni.

La stagione dei monsoni

Le alluvioni e le frane sono molto frequenti in India durante la stagione dei monsoni, che va da luglio a settembre. Ogni anno si registrano centinaia di vittime.

A luglio le frane causate dalle piogge torrenziali hanno ucciso più di duecento persone nello stato meridionale del Kerala.

Secondo gli scienziati, la crisi climatica sta aumentando la frequenza, l’intensità e la durata degli eventi estremi.