Due settimane dopo la vittoria di stretta misura del “sì” in un referendum sull’adesione all’Unione europea, la presidente uscente filoeuropea Maia Sandu ha vinto il secondo turno delle presidenziali del 3 novembre.

“Oggi, cari elettori, avete dato una lezione di democrazia che entrerà nei libri di storia”, ha dichiarato Sandu nel quartier generale della sua campagna elettorale.

Secondo i risultati quasi definitivi pubblicati dalla commissione elettorale, Sandu, 52 anni, ha ottenuto il 54,9 per cento dei voti, contro il 45 per cento del filorusso Alexandr Stoianoglo, 57 anni.

Stoianoglo era inizialmente in testa, ma la tendenza si è invertita man mano che procedeva lo spoglio.

Come nel caso delle recenti elezioni legislative in Georgia, un’altra ex repubblica sovietica, la Russia è stata accusata di aver interferito nel processo elettorale, anche se il Cremlino ha smentito.

A differenza della Georgia, però, in Moldova il risultato è stato favorevole al campo filoeuropeo.

Bruxelles ha reagito prontamente, con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen che si è detta “felice di poter continuare a lavorare con Sandu per un futuro europeo”.

Prima donna a ricoprire la carica di presidente in Moldova, Sandu ha rafforzato i legami con l’occidente dopo l’invasione russa dell’Ucraina.

Mobilitazione della diaspora

Nel primo turno del 20 ottobre era in netto vantaggio, ma il suo rivale ha colmato gran parte del divario grazie all’appoggio di alcuni candidati minori.

“Stoianoglo è arrivato in testa in Moldova, ma Sandu ha vinto grazie alla mobilitazione della grande diaspora”, ha dichiarato all’Afp il politologo francese Florent Parmentier.

Nel discorso tenuto dopo l’annuncio dei risultati, Sandu ha chiesto “l’unità del paese di fronte a un attacco senza precedenti condotto da forze ostili e criminali”, prima di pronunciare alcune parole in russo come segno di apertura nei confronti di chi ha votato per Stoianoglo.

La Moldova ha subìto pesanti conseguenze della guerra in Ucraina, dall’afflusso di profughi all’aumento dei prezzi dell’energia.

“Il paese è il primo obiettivo della guerra ibrida condotta dalla Russia”, ha dichiarato Andrei Curararu del centro studi WatchDog.