Il 19 novembre circa 35mila persone hanno partecipato a una manifestazione davanti al parlamento a Wellington, la capitale della Nuova Zelanda, per difendere i diritti degli indigeni maori e contestare un progetto di revisione del trattato istitutivo del paese.

Una parte dei manifestanti è arrivata a Wellington dopo aver partecipato per nove giorni a una marcia di protesta (hikoi) cominciata a centinaia di chilometri di distanza, sulla punta settentrionale dell’Isola del Nord.

Il progetto di legge contestato dai manifestanti punta a reinterpretare il trattato di Waitangi, che nel 1840 aveva sancito la pace tra i maori e i colonizzatori europei, e considerato il documento fondativo del paese.

Proposto da un partito minore della coalizione conservatrice al governo, il testo ha poche possibilità di essere adottato perché non ha il sostegno delle altre formazioni che ne fanno parte, tra cui il Partito nazionale del primo ministro Christopher Luxon.

Il suo promotore, David Seymour, è un libertario che si oppone da anni alle politiche a favore dei maori, che hanno più probabilità di morire giovani, vivere in povertà ed essere arrestati rispetto al resto della popolazione.

Il progetto di legge ha innescato le più grandi manifestazioni in Nuova Zelanda da decenni.

I critici del progetto, che comprendono alcuni dei principali giuristi del paese, lo considerano un tentativo di privare i circa 900mila membri della minoranza maori di diritti consolidati, creando forti tensioni nel paese.

“Il fatto stesso di aver presentato un progetto di legge simile costituisce una minaccia per la convivenza civile in Nuova Zelanda”, ha affermato l’ex premier conservatrice Jenny Shipley, 72 anni.

“Non accetteremo modifiche unilaterali a un trattato che è vincolante per entrambe le parti”, ha dichiarato Ngira Simmonds, uno dei principali consiglieri della regina maori Ngā Wai Hono i te Pō.

Il progetto di legge doveva essere discusso in parlamento il 14 novembre, ma la seduta era stata interrotta quando Hana-Rawhiti Maipi-Clarke, un deputato maori di 22 anni, aveva strappato una copia del testo e improvvisato una haka, la danza tradizionale resa popolare in tutto il mondo dagli All Blacks, la nazionale neozelandese di rugby.