La Svizzera e l’Unione europea hanno raggiunto un “accordo buono e vantaggioso per entrambe”, ha affermato il 20 dicembre la presidente della Confederazione svizzera Viola Amherd, mentre la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha definito l’intesa “storica”.

Poco prima il governo svizzero aveva dato il via libera all’accordo, che rafforza la cooperazione economica con l’Unione europea, ma la strada per la sua adozione definitiva è ancora lunga. Il testo dovrà infatti essere approvato dall’assemblea federale e dagli elettori svizzeri.

Il 20 dicembre Amherd e Von der Leyen si sono incontrate a Berna per formalizzare la conclusione dei negoziati.

“I negoziati, lunghi e complessi, hanno tenuto conto degli interessi della Svizzera e dell’Unione europea in modo equilibrato”, ha affermato Von der Leyen. “L’accordo prevede che Berna partecipi al mercato unico europeo in condizioni di parità”.

Ci sono voluti centinaia di incontri tra i rappresentanti di Bruxelles e Berna per arrivare a un’intesa su una serie di accordi bilaterali.

A differenza dei negoziati condotti in passato, che puntavano ad arrivare a un accordo quadro generale, quelli di quest’anno si sono basati su un approccio settoriale, con l’obiettivo di aggiornare gli accordi bilaterali esistenti e concluderne di nuovi nel campo dell’elettricità e della sanità.

“Atto di sottomissione”

Ma bisognerà convincere l’assemblea federale svizzera e soprattutto l’elettorato, che avrà l’ultima parola in un referendum dall’esito incerto.

L’Unione democratica di centro (Udc, destra populista), che ha la maggioranza relativa all’assemblea federale, ha denunciato un “atto di sottomissione all’Unione europea”.

L’Unione sindacale svizzera (Uss), il principale sindacato del paese, aveva chiesto recentemente ulteriori negoziati, sostenendo che il testo in discussione avrebbe causato una riduzione dei salari.

Il sindacato ha espresso forte preoccupazione soprattutto per gli accordi nei settori delle ferrovie e dell’elettricità.