Il 26 febbraio Milorad Dodik, presidente dell’entità serba della Bosnia Erzegovina, è stato condannato a un anno di prigione e a sei anni d’interdizione dai pubblici uffici.

La procura aveva chiesto cinque anni di prigione e dieci d’interdizione dai pubblici uffici.

Dodik, 65 anni, era stato incriminato per non aver rispettato l’autorità e le decisioni del tedesco Christian Schmidt, l’Alto rappresentante per la Bosnia Erzegovina, incaricato di garantire l’applicazione dell’accordo di pace che mise fine alla guerra che tra il 1992 e il 1995 aveva insanguinato questa ex repubblica jugoslava.

In particolare, nel luglio 2023 Dodik aveva promulgato, in qualità di presidente della Repubblica Serba (una delle due entità che compongono il paese insieme alla Federazione croato-musulmana), due leggi che erano state annullate da Schmidt.

Approvate dall’assemblea nazionale della Repubblica Serba, le leggi stabilivano che le sentenze della corte costituzionale della Bosnia Erzegovina e le decisioni dell’Alto rappresentante non sarebbero state applicate nell’entità serba.

“Milorad Dodik è stato condannato a un anno di reclusione e non potrà esercitare le funzioni di presidente della Repubblica Serba per un periodo di sei anni”, ha affermato il tribunale in un comunicato.

Dodik, che non era presente in aula, ha reagito contestando la sentenza durante un comizio a Banja Luka, il capoluogo della Repubblica Serba.

“Sono stato condannato a un anno di prigione per le loro stronzate”, ha dichiarato. “Dicono che sono colpevole, ma voi sapete bene come stanno le cose”, ha aggiunto, rivolgendosi direttamente alla folla.

Dodik, che potrà ricorrere in appello, aveva avvertito che un’eventuale condanna sarebbe stata respinta dalle istituzioni della Repubblica Serba, denunciando una “persecuzione politica”.

Sostenitore di Putin

Nazionalista e sostenitore del presidente russo Vladimir Putin, Dodik ha respinto l’autorità di Schmidt fin dal suo arrivo nel paese nel 2021. Anche Mosca considera la sua nomina illegittima, perché decisa dal Consiglio per l’attuazione della pace (Pic), dominato dalle potenze occidentali, senza una ratifica del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Di recente Dodik ha più volte ventilato l’ipotesi della secessione della Repubblica Serba nel caso di una sua condanna.