Il 6 maggio Israele ha condotto per il secondo giorno consecutivo dei raid aerei nello Yemen, prendendo di mira la capitale Sanaa e il suo aeroporto, controllati dai ribelli huthi. Il 4 maggio i ribelli avevano lanciato un missile contro l’aeroporto internazionale di Tel Aviv, che contrariamente al solito non era stato intercettato dalla difesa aerea israeliana.
L’emittente tv degli huthi Al Massira ha riferito di bombardamenti israeliani contro l’aeroporto internazionale di Sanaa, tre centrali elettriche nella capitale e dintorni, e una fabbrica di cemento ad Amran.
L’esercito israeliano ha poi confermato gli attacchi.
“Poco fa aerei da combattimento israeliani hanno distrutto delle infrastrutture terroristiche degli huthi nell’aeroporto principale di Sanaa”, ha affermato in un comunicato, che menziona anche gli attacchi contro le centrali elettriche e la fabbrica di cemento.
Non è ancora chiaro se ci sono delle vittime.
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Al Massira ha accusato gli Stati Uniti di aver partecipato agli attacchi, come già il giorno prima, ma il 5 maggio Washington aveva smentito il suo coinvolgimento.
Poco prima degli ultimi raid, il portavoce in lingua araba dell’esercito israeliano, Avichay Adraee, aveva invitato gli abitanti, in un messaggio sul social network X, ad “allontanarsi immediatamente dall’aeroporto di Sanaa”.
Secondo il ministero della salute degli huthi, i raid israeliani del 5 maggio avevano causato almeno quattro morti.
Israele aveva riferito di aver preso di mira alcune infrastrutture degli huthi, per la quinta volta dal luglio 2024, “in risposta ai ripetuti attacchi terroristici contro lo stato d’Israele”.
Secondo Israele, le infrastrutture colpite con missili e droni nel porto di Hodeida, nell’ovest del paese, erano usate per “il trasferimento di armi e attrezzature militari iraniane”. Teheran aveva però smentito, affermando di sostenere i ribelli senza fornirgli armi o assistenza militare.
Anche gli Stati Uniti hanno intensificato gli attacchi nello Yemen dopo il ritorno alla Casa Bianca di Donald Trump.
Alla fine del 2023 gli huthi, che controllano ampie zone dello Yemen, hanno cominciato a prendere di mira il trasporto marittimo nel mar Rosso e nel golfo di Aden, sostenendo di agire in solidarietà con gli abitanti palestinesi della Striscia di Gaza.
Rivendicano inoltre regolarmente il lancio di missili verso Israele, che però vengono quasi sempre intercettati.