Il primo ministro uscente Edi Rama, socialista, è sul punto di ottenere un quarto mandato alla guida del governo dopo l’annuncio dei risultati parziali delle elezioni legislative dell’11 maggio, che danno il suo partito in netto vantaggio su quello del suo storico rivale, l’ex presidente Sali Berisha.

Le elezioni, considerate un test della maturità democratica del paese balcanico, considerato il più eurofilo della regione, sono seguite con interesse anche dall’Unione europea.

Lo scrutinio, che ha avuto un tasso di partecipazione del 42,16 per cento, contro il 46,3 per cento del 2021, “si è svolto nel rispetto degli standard internazionali”, aveva dichiarato la sera dell’11 maggio Ilirjan Celibashi, il capo della commissione elettorale, aggiungendo che “lo spoglio dei voti sarà trasparente e strettamente monitorato”.

Per la prima volta gli albanesi all’estero hanno potuto votare per posta.

Con più del 40 per cento delle schede scrutinate, il Partito socialista ha ottenuto il 52,6 per cento dei voti, contro il 34,1 per cento dell’Alleanza per una grande Albania (centrodestra), guidata da Berisha.

Secondo le proiezioni, la formazione al governo potrebbe ottenere un numero maggiore di seggi rispetto ai 74 del 2021.

Alle elezioni hanno partecipato una quarantina di partiti, con in palio i 140 seggi dell’assemblea, il parlamento monocamerale dell’Albania.

Nessuno degli altri partiti avrebbe superato la soglia del 4 per cento.

Berisha denuncia brogli

Il 12 maggio, durante una conferenza stampa, Berisha ha invitato “i rappresentanti dell’opposizione ai seggi a essere vigili e a contare ogni singolo voto”, prima di lanciare accuse generiche di brogli.

Lo stesso giorno la procura speciale contro la criminalità organizzata e la corruzione ha annunciato di aver aperto un’inchiesta su 39 presunti episodi di corruzione attiva e passiva durante le operazioni di voto.

Rama si è limitato a pubblicare una foto scattata dalla finestra della sede del Partito socialista, con il commento: “Che alba stamattina”.