Il 16 maggio le delegazioni di Ucraina e Russia parteciperanno a Istanbul, in Turchia, ai primi colloqui diretti dalla primavera del 2022, ma in assenza del presidente russo Vladimir Putin le speranze di progressi reali sono considerate scarse.

I colloqui cominceranno alle 9.30 gmt (le 11.30 ora italiana) con la mediazione della Turchia, secondo il ministero degli esteri turco.

Prima è previsto un altro incontro, a partire dalle 7.45 gmt, tra rappresentanti ucraini, turchi e statunitensi.

Il segretario di stato statunitense Marco Rubio, arrivato a Istanbul in mattinata, ha però ammesso il 15 maggio di non avere “grandi aspettative” sull’incontro tra Kiev e Mosca, sottolineando che la delegazione inviata da Putin “non è del livello che speravamo”.

Lo stesso giorno il presidente statunitense Donald Trump ha affermato che “non succederà niente finché non c’incontreremo io e Putin”.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyj ha accusato Mosca di non prendere sul serio i colloqui.

La delegazione russa sarà infatti guidata da un funzionario di secondo piano, il consigliere presidenziale Vladimir Medinski.

La settimana scorsa era stato proprio Putin a proporre negoziati diretti tra i due paesi. Ma quando Zelenskyj l’aveva sfidato ad andare a Istanbul di persona, assicurando di essere pronto a incontrarlo, aveva preferito sfilarsi.

A quel punto anche Zelenskyj ha deciso di non partecipare ai colloqui, nominando il ministro della difesa Rustem Umjerov a capo della delegazione ucraina, “con delega a negoziare una tregua”.

Trump, che da mesi sta spingendo per un accordo tra Kiev e Mosca, ha fatto sapere che potrebbe raggiungere la Turchia il 16 maggio in caso di progressi significativi nei colloqui.

Medinski ha affermato che la Russia “è disponibile a compromessi”, senza fornire dettagli, precisando che la sua delegazione “potrà prendere decisioni”, cosa che il presidente ucraino aveva messo in dubbio.

Il 15 maggio Zelenskyj era stato ricevuto ad Ankara dal presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, e aveva ribadito di essere pronto a incontrare Putin in qualunque momento, considerando la sua assenza come “una mancanza di rispetto” nei confronti di Trump ed Erdoğan.

Zelenskyj aveva contestato la composizione della delegazione russa, parlando di “operazione di facciata”. In risposta il ministero degli esteri russo l’aveva definito un “pagliaccio”.

Posizioni difficilmente conciliabili

L’Ucraina e la Russia continuano a manifestare pubblicamente posizioni difficilmente conciliabili.

Kiev chiede il ritiro dell’esercito russo dal suo territorio e solide garanzie di sicurezza.

Mosca vuole invece che Kiev rinunci ufficialmente a entrare nella Nato e alla sovranità su cinque regioni, tra cui la Crimea.