Il 19 maggio il Regno Unito e l’Unione europea hanno raggiunto un accordo per un “nuovo partenariato strategico”, soprattutto in materia di difesa, durante un vertice che si è tenuto a Londra, cinque anni dopo la Brexit.
“Questo vertice apre una nuova era nelle relazioni bilaterali”, aveva affermato il primo ministro britannico Keir Starmer prima dell’inizio dei lavori, a cui hanno partecipato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente del consiglio europeo António Costa.
Dopo mesi di negoziati, Londra e Bruxelles hanno rafforzato la loro collaborazione in materia di difesa e sicurezza, raggiunto un accordo per allentare alcune barriere commerciali e prorogato un accordo sulla pesca.
Non è stato invece raggiunto un accordo sulla mobilità dei giovani.
Il premier laburista ha salutato un “nuovo partenariato strategico che porterà vantaggi reali in materia di sicurezza, immigrazione irregolare, prezzi dell’energia, agroalimentare, commercio e altro ancora”.
“La collaborazione con Londra è cruciale in questa fase di aumento delle tensioni geopolitiche”, ha dichiarato invece Von der Leyen, sottolineando che Regno Unito e Unione europea “condividono gli stessi valori”.
Al momento d’insediarsi nel luglio 2024, Starmer si era impegnato a rafforzare i legami con Bruxelles, dopo anni di tensioni.
Nell’ambito del nuovo partenariato in materia di difesa e sicurezza, il Regno Unito potrà partecipare alle riunioni ministeriali a Bruxelles e ad alcune missioni militari europee.
Le aziende britanniche potranno inoltre accedere a un programma europeo da 150 miliardi di euro per sviluppare l’industria della difesa, in cambio di un contributo finanziario di Londra.
Serviranno invece ulteriori negoziati per arrivare a un accordo sulla mobilità dei giovani.
Le parti si sono impegnate a mettere a punto un programma di visti che permetta ai giovani europei di studiare o lavorare nel Regno Unito e viceversa. Londra potrebbe anche rientrare nel programma europeo Erasmus.
Il riavvicinamento con Bruxelles è una questione controversa nel Regno Unito, dov’è in forte crescita il partito antieuropeista di estrema destra Reform Uk, guidato da Nigel Farage.
“Torneremo a essere sottomessi alle regole di Bruxelles”, ha denunciato Kemi Badenoch, leader del Partito conservatore.