Il 9 giugno si è aperta a Nizza, in Francia, la conferenza delle Nazioni Unite sugli oceani, con una serie di appelli alla mobilitazione e al multilateralismo, in contrasto con l’unilateralismo degli Stati Uniti, che hanno disertato l’appuntamento.
Alla conferenza – il cui obiettivo è proteggere gli oceani dal cambiamento climatico, dall’inquinamento e dalla pesca eccessiva – partecipano più di sessanta leader mondiali, molti dei quali provenienti dalla regione del Pacifico e dall’America Latina.
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Il presidente francese Emmanuel Macron ha aperto la conferenza chiedendo “una mobilitazione per gli oceani in ebollizione”.
“La chiave è il multilateralismo”, ha affermato. “Gli oceani non sono in vendita, come non lo sono la Groenlandia e l’Antartide”, ha aggiunto, riferendosi alle mire espansionistiche del presidente statunitense Donald Trump.
Macron, che ha rinnovato il suo appello a una moratoria sullo sfruttamento dei fondali marini, era affiancato sul palco dal segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres.
“I fondali marini non possono diventare un far west”, ha dichiarato Guterres, in un momento in cui Trump vorrebbe sfruttare unilateralmente nichel e altri minerali critici nelle acque internazionali dell’oceano Pacifico.
Per quanto riguarda il trattato sull’alto mare, un altro tema cruciale della conferenza, Macron ha affermato che “entrerà in vigore molto presto”.
Secondo il presidente francese, cinquanta paesi l’hanno già ratificato e “altri quindici si sono impegnati a farlo”. L’Eliseo ha precisato che questo avverrà entro la fine dell’anno.
Il trattato punta a proteggere la vita marina nelle acque internazionali (oltre le duecento miglia marine, o 370 chilometri, dalle coste). Firmato nel 2023, entrerà in vigore 120 giorni dopo la sessantesima ratifica.
Durante la conferenza alcuni paesi dovrebbero annunciare la creazione di nuove aree marine protette o divieti di alcuni tipi di pesca, tra cui quella a strascico, che provoca gravi danni ai fondali marini.
L’obiettivo fissato a livello globale è di proteggere il 30 per cento degli oceani entro il 2030.