Il 10 giugno un attacco, presumibilmente compiuto da un ex alunno, ha causato diversi morti in un istituto scolastico a Graz, in Austria. Secondo la sindaca Elke Kahr, il bilancio è di almeno dieci morti.
“Varie persone hanno perso la vita, tra cui l’autore dell’attacco”, ha affermato la polizia regionale in un comunicato, dopo aver riferito in precedenza sul social network X di “colpi di arma da fuoco in una scuola”.
“L’identificazione delle vittime è in corso”, ha aggiunto.
Ex alunno ventiduenne
Secondo Kahr, citata dall’agenzia di stampa Apa, il bilancio provvisorio è di dieci morti. Tra le vittime dell’attacco, avvenuto in un istituto scolastico di livello medio-superiore, ci sono vari alunni e almeno un adulto.
Secondo la polizia, l’assalitore ha agito da solo e al momento non si conoscono i motivi del gesto. Si tratterebbe di un ex alunno della scuola, oggi ventiduenne, che poi si sarebbe tolto la vita, secondo i mezzi d’informazione locali.
Il cancelliere Christian Stocker è atteso sul posto insieme al ministro dell’interno Gerhard Karner.
“Tutti i bambini dovrebbero sentirsi al sicuro a scuola e poter imparare liberamente, senza paura e senza violenza”, ha affermato sul social network X la responsabile della diplomazia europea Kaja Kallas.
“Le notizie provenienti da Graz mi colpiscono al cuore”, ha dichiarato invece la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.
In Austria gli attacchi nelle scuole, molto diffusi negli Stati Uniti, non sono consueti. Secondo il Global peace index, è uno dei dieci stati più sicuri al mondo.
Negli ultimi anni, però, anche in Europa sono aumentati gli attacchi non terroristici in scuole e università.
Il giorno stesso dell’attacco in Austria un’assistente scolastica è morta in Francia dopo essere stata accoltellata da uno studente. Altri attacchi si sono verificati negli ultimi anni in Slovacchia, Croazia, Repubblica Ceca e Serbia.