Un’esplosione avvenuta l’11 agosto in una fabbrica in Pennsylvania, negli Stati Uniti, ha causato due morti e dieci feriti, secondo quanto riportato dalla polizia locale in un comunicato.
L’esplosione è avvenuta alla Clairton coke works, di proprietà dell’acciaieria americana US steel, a circa venticinque chilometri da Pittsburgh.
La tragedia, la cui causa è sconosciuta, è avvenuta “all’interno di un’area batterie” dell’impianto, ha dichiarato all’Afp il portavoce della polizia della contea di Allegheny, James Madalinsky.
“È stato come un tuono. Ha scosso le impalcature, mi ha scosso il petto, poi ha scosso l’edificio. Abbiamo visto del fumo uscire dall’acciaieria”, ha detto Zachary Buday, che lavorava nelle vicinanze, all’emittente locale Wtae.
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Al loro arrivo sul posto, i soccorsi hanno accertato il decesso di uno dei lavoratori.
Secondo la polizia, è stata necessaria una “ricerca intensiva” per localizzare il corpo della seconda vittima. Una persona data per dispersa è stata soccorsa e ricoverata in ospedale, mentre altre nove “sono state trasportate negli ospedali della zona per essere curate per diverse ferite”, secondo la stessa fonte.
“Stiamo lavorando a stretto contatto con le autorità competenti per indagare sulla causa dell’incidente e forniremo ulteriori aggiornamenti non appena disponibili”, ha dichiarato David Burritt, amministratore delegato di US Steel, in una dichiarazione diffusa dall’ufficio comunicazione del gruppo.
“Alle famiglie colpite, i nostri cuori sono con voi (…) Il lavoro che svolgiamo è importante e spesso impegnativo, ma non dovrebbe mai, in nessuna circostanza, andare a scapito della sicurezza”, ha aggiunto.
Situato sul fiume Monongahela, l’impianto indusstriale è il più grande degli Stati Uniti per la trasformazione del carbone in coke. Impiega circa 1.300 persone, secondo l’acciaieria americana, ora di proprietà del Nippon steel group.
Il coke è un componente chiave negli altiforni, usato per ridurre il minerale di ferro e produrre ghisa, che viene poi trasformata in acciaio.