Dopo alcune settimane di crisi politica, il 14 ottobre il primo ministro francese Sébastien Lecornu ha proposto di sospendere l’impopolare riforma delle pensioni del 2023, come avevano chiesto i socialisti per non far cadere il governo ed evitare le elezioni anticipate.
Il discorso di politica generale di Lecornu all’assemblea nazionale era molto atteso, dopo le forti tensioni innescate dalle sue dimissioni a sorpresa il 6 ottobre, 14 ore dopo la formazione del suo primo governo.
Confermato però dal presidente Emmanuel Macron, Lecornu è riuscito a ottenere una tregua per il suo secondo esecutivo, nominato la sera del 12 ottobre, affrontando la spinosa questione delle pensioni.
“Propongo di sospendere la riforma delle pensioni fino alle elezioni presidenziali del 2027”, ha dichiarato davanti ai deputati.
Il Partito socialista (Ps) aveva posto come condizione per non partecipare a una mozione di sfiducia, già chiesta dalla sinistra radicale e dall’estrema destra, la sospensione della riforma, che prevede l’aumento dell’età pensionabile da 62 a 64 anni. La riforma era stata approvata nel 2023 nonostante mesi di proteste nelle piazze.
Boris Vallaud, leader dei deputati socialisti, ha definito l’annuncio di Lecornu “una grande vittoria”.
Lecornu ha anche confermato la rinuncia ad applicare l’articolo 49.3 della costituzione, che permette l’approvazione di leggi senza votazione all’assemblea nazionale (com’era avvenuto per la riforma delle pensioni), e annunciato un “contributo eccezionale” dei più ricchi nella prossima legge di bilancio.
Bruno Retailleau, leader di Les republicains (Lr, centrodestra), che fanno parte della maggioranza di governo, ha accusato il governo di essere “ostaggio dei socialisti”.
“Il cartello dei demagoghi, composto dalla sinistra e dal Rassemblement national (Rn, estrema destra, ndr), sta portando il paese dritto verso la crisi finanziaria”, ha dichiarato.
Una sfiducia al governo avrebbe portato a nuove elezioni legislative, aveva avvertito Macron la mattina del 14 ottobre. E avrebbe aggravato la crisi politica in cui la Francia è precipitata dopo lo scioglimento anticipato dell’assemblea nazionale in seguito alle elezioni europee, nel giugno 2024.
Con un’assemblea nazionale divisa in tre blocchi contrapposti, il secondo governo Lecornu è il quarto in meno di un anno e mezzo, il sesto dalla rielezione di Macron nel maggio 2022.
La Francia ha attualmente un debito pubblico di 3.300 miliardi di euro (al 115 per cento del pil). “Il deficit è al 4,7 per cento del pil e con la legge di bilancio dovrà restare al di sotto del 5 per cento”, ha dichiarato Lecornu.
“Dato che la sospensione della riforma delle pensioni costerà 400 milioni di euro nel 2026 e 1,8 miliardi nel 2027, dovrà essere compensata”, ha avvertito.