Il 18 dicembre il primo ministro australiano Anthony Albanese ha annunciato una serie di misure contro l’estremismo dopo l’attentato di Bondi beach, mentre si è celebrato il funerale della vittima più giovane, Matilda, dieci anni.

Quindici persone erano morte nell’attentato del 14 dicembre, compiuto da Sajid Akram, 50 anni, e dal figlio Naveed Akram, 24 anni, contro la folla riunita per la festività ebraica di Hanukkah. Secondo Albanese, i due attentatori avevano giurato fedeltà al gruppo Stato islamico.

Il primo ministro ha annunciato una serie di misure per “bandire l’antisemitismo dalla nostra società”.

“È chiaro che dobbiamo fare molto di più per combattere questa piaga”, ha dichiarato alla stampa.

Albanese ha annunciato pene più severe per i discorsi d’odio e la possibilità di annullare i visti delle persone che li promuovono.

Sarà anche stilato un elenco delle organizzazioni i cui leader si sono resi responsabili d’incitamento all’odio.

Secondo l’emittente pubblica australiana Abc, Naveed Akram, il più giovane degli attentatori, era seguace di un predicatore jihadista di base a Sydney.

Il 17 dicembre la polizia aveva incriminato Naveed Akram per terrorismo e 15 omicidi. Secondo i mezzi d’informazione australiani, l’uomo, rimasto gravemente ferito durante la sparatoria, era uscito dal coma la sera del 16 dicembre.

Il padre, Sajid Akram, era stato invece ucciso dalla polizia.

La polizia australiana sta cercando di capire se i due attentatori abbiano incontrato degli estremisti islamici durante un viaggio durato quasi un mese compiuto nelle Filippine alcune settimane prima dell’attentato.

Il personale dell’hotel di Davao dove avevano soggiornato ha dichiarato che avevano trascorso gran parte del tempo nelle loro camere.

Davao si trova sull’isola di Mindanao, dove ci sono focolai d’insurrezione islamista. Ma secondo le autorità filippine, non ci sono prove che il paese sia usato per “addestramento terroristico”.

Dopo l’attentato Albanese aveva anche annunciato un irrigidimento della legislazione sulle armi da fuoco. Sajid Akram, arrivato in Australia con un visto nel 1998, aveva un permesso per il porto di sei armi.