12 giugno 2019 15:33

Il 14 giugno apre al museo di Roma in Trastevere la mostra Una diversa bellezza. Italia 2003-2018, dedicata al fotografo e videomaker Emiliano Mancuso, morto il 26 settembre 2018.

“La bellezza non è quella dell’Italia nella definizione più classica, ma la bellezza delle ‘cartoline sociologiche’ di Mancuso”, spiega la curatrice della mostra Renata Ferri.

Il titolo “Diversa bellezza” è ispirato a un testo che Domenico Starnone aveva scritto per il libro Terre di Sud (Postcart, 2008), un lavoro che Mancuso realizzò nell’arco di cinque anni per documentare le caratteristiche e le contraddizioni del mezzogiorno nell’epoca della globalizzazione.

Questo lavoro apre il percorso espositivo di quasi 150 immagini, che è stato diviso in quattro sezioni. Si prosegue con Stato d’Italia (Postcart, 2011) un viaggio lungo tre anni (2008-2011), dove le foto di Mancuso accompagnano i reportage scritti da vari giornalisti sulla crisi economica e sociale dell’Italia: dagli sbarchi dei migranti a Lampedusa ai braccianti di Rosarno, ai giovani che vivono vicino all’Ilva di Taranto.

Stato d’Italia. Roma, 2009. Via dei fori imperiali, un busto trasfigurato dai vandali. (Emiliano Mancuso)

Nel corso della sua carriera Mancuso ha usato tecniche e linguaggi diversi: dal bianco e nero al colore, dall’analogico al digitale. Negli ultimi anni aveva cominciato a lavorare con il video realizzando due documentari, che compongono le ultime due parti della mostra.

Il diario di Felix, del 2016, sulla comunità di Casa Felix, nella periferia est di Roma, che ospita minori con problemi familiari e penali. Mancuso aveva passato un anno con questi ragazzi per raccontare il diritto negato a un’adolescenza normale. Il documentario era stato nominato al Globo d’oro 2015 come miglior documentario.

E Le cicale, del 2018, che aveva realizzato con il fotografo e videomaker Federico Romano. Il lavoro, prodotto da Giulia Tornari per Zona, racconta la vita e gli sforzi di uomini e donne di età diverse che, a Roma, lottano per sopravvivere alle ristrettezze economiche. “Dare voce alle storie di questi uomini e donne non significa indugiare sul loro disagio o soffermarsi in modo passivo di fronte alle difficoltà, ma cercare di darne un’immagine positiva, almeno nella volontà di non lasciarsi andare. Le nostre cicale sono molto formiche”, spiegavano Mancuso e Romano.

Terre di Sud, Capri, 2005. (Emiliano Mancuso )

La mostra a Roma durerà fino al 6 ottobre. È prodotta e organizzata da Officine Fotografiche con Zona, PCM Studio, Postcart edizioni, in accordo con la famiglia di Emiliano Mancuso, ed è realizzata con il supporto di Digital Imaging partner di Canon.

Emiliano Mancuso era nato a Roma, nel 1971. Collaborava con importanti testate nazionali e internazionali e dal 2009 era rappresentato dall’agenzia Contrasto. Dal 2011 coordinava e insegnava al Master in fotogiornalismo contemporaneo a Officine fotografiche Roma.

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