16 febbraio 2018 12:11

Sapevamo che sarebbe successo. Nessuno si è stupito del fatto che Donald Trump abbia concluso giovedì il suo discorso sul massacro di liceali che alla vigilia aveva insanguinato la Florida senza pronunciare nemmeno una volta l’espressione “armi da fuoco”.

Senza contare i feriti, i morti sono stati 17. È il peggior massacro dopo quello del Connecticut nel 2012, quando morirono 20 bambini delle elementari e sei insegnanti. È anche il diciottesimo caso di una sparatoria nelle scuole degli Stati Uniti dall’inizio dell’anno. Uno ogni due giorni di lezione. Eppure questo presidente si è accontentato di annunciare che visiterà il luogo della strage, prima di mettersi a parlare della necessità di affrontare seriamente il problema… delle malattie mentali.

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Ancora una volta ci chiediamo se gli statunitensi, i loro rappresentanti e il loro attuale presidente siano completamente folli, perché sembrano ostinarsi a non voler affrontare l’incredibile aberrazione della vendita libera non solo di armi semplici, ma di vere e proprie armi da guerra automatiche, chiaramente progettate per l’attacco e non per la difesa.

Sostegno reale alla lobby delle armi
Da cosa nasce questa situazione sconvolgente? La prima causa è la potente lobby dei produttori e detentori di armi, la National rifle association (Nra), che finanzia molte campagne elettorali e “scheda” tutti i parlamentari per attaccare ferocemente quelli che vorrebbero un maggior controllo della vendita di armi.

Evidentemente l’Nra è un fattore importante, ma una lobby è potente solo se può godere di un sostegno reale. Il vero problema è che in America esiste un profondo legame con la libertà di armarsi a piacimento, perché questo paese è nato dalla guerra condotta dai pionieri, perché sono stati i cittadini armati ad averlo liberato dal Regno Unito (da qui nasce il secondo emendamento che garantisce a chiunque il diritto di armarsi), perché gli americani non si fidano dello stato e perché le tensioni sociali e razziali sono talmente forti che la paura e l’odio verso l’altro sono i valori più condivisi.

All’origine di tutto c’è un contesto storico e culturale che definisce questo paese quanto l’insularità definisce il Regno Unito, la rivoluzione del 1789 definisce la Francia e l’immensità definisce la Russia. Il problema è talmente esteso che a ogni nuovo massacro si sente dire che la presenza di questi assassini dimostra la necessità di armarsi, mentre i sostenitori di un maggiore controllo rispondono subito e invano che se davvero le armi garantissero la sicurezza, beh, allora gli Stati Uniti dovrebbero essere un paese sicuro…

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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