13 ottobre 2018 13:01

MHD, Bravo
MHD, al secolo Mohamed Sylla, ha solo 24 anni. E viene dal 19° arrondissment di Parigi, uno dei quartieri più multietnici della capitale francese. Fino a un paio d’anni fa consegnava le pizze, ma ora è una star della musica internazionale e fa tournée in tutto il mondo. Figlio di madre senegalese e padre guineano, mescola il pop e il rap francese con la musica africana. Lui definisce la sua musica “afrotrap”, ma in realtà i pezzi che canta c’entrano poco con il suono di Atlanta.

Il suo secondo disco, 19, è fatto di un misto di rap, pop meticcio e canzoni gioiose, che creano un ponte tra Dakar e Parigi, con i beat elettronici che si accompagnano a tante chitarre (se considerato il genere), pianoforte e percussioni. Non manca la classica autocelebrazione da rapper e l’epica della vita di strada, ma c’è meno violenza rispetto a quella che si legge nei testi di Travis Scott o dei Migos.

Il cantante francese si esibirà nel nostro paese il 21 novembre a Milano per la sua unica data italiana. Anche a noi in Italia farebbe bene un MHD, un italiano di seconda generazione in grado di contaminare la nostra tradizione con quella africana. Chissà che non spunti fuori in un futuro prossimo. Io lo aspetto.

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Tim Hecker, This life
Dopo Love streams del 2016, Tim Hecker ha creato un altro splendido album di elettronica sperimentale. Il nuovo lavoro del musicista canadese è stato realizzato insieme a un complesso gagaku, un tipo di musica classica giapponese che veniva eseguita presso la Corte Imperiale di Kyōto che Hecker ha scoperto grazie all’amico compositore Jóhann Jóhannsson, morto l’anno scorso.

Un po’ come Christian Fennesz, i brani di Hecker mescolano musica suonata e campionamenti elettronici per creare un ibrido ammaliante. Konoyo conferma la sua bravura e raggiunge vette di straniante bellezza.

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Robyn, Honey
Quest’anno ci sono pochi album pop attesi come Honey di Robyn, che uscirà il 26 ottobre. La cantante svedese, sulle scene dalla fine degli anni novanta, è ferma dal 2010, quando ha pubblicato la serie di ep Body talk, ma il suo synth pop ha avuto una forte influenza su tante cantanti contemporanee. Senza di lei, forse, non ci sarebbero Lorde o Grimes come le conosciamo oggi.

Il suo nuovo singolo Honey, così come Missing U, uscita ad agosto, sembra inaugurare una fase più matura e minimalista nella sua musica. Del resto la stessa Robyn, come raccontato di recente da un ottimo articolo del Guardian, ha definito il nuovo lavoro “un diario nel dolore”.

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Adrianne Lenker, From
Nessuno può essere l’uomo di Adrianne Lenker, e neanche la sua donna. Così canta la frontwoman dei Big Chief nel secondo brano del suo secondo disco solista abysskiss, una raccolta di canzoni intime e toccanti, costruite su arpeggi di chitarra acustica, tastiere e atmosfere crepuscolari. Una specie di versione femminile, e molto più delicata, di Mark Kozelek.

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James Holden e Maalem Houssam Guinia, Youmala
James Holden continua a espandere i confini della sua musica. Dopo il notevole The animal spirits del 2017, il producer britannico ha registrato uno splendido ep insieme al musicista marocchino Maalem Houssam Guinia, figlio del grande Maalem Mahmoud Guinia ed esponente della musica cerimoniale gnawa. Oltre a una nuova versione di Pass through the fire di Holden, nell’ep ci sono i due inediti Youmala e Baba hamouda.

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P.S. Playlist aggiornata, buon ascolto!

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