09 marzo 2018 13:36

Caro bibliopatologo,
anni fa ho avuto un amico (forse un amore) di penna. Dopo esserci incontrati e aver parlato di libri, film e sogni, ci siamo scambiati gli indirizzi. Da lì abbiamo cominciato a scriverci per anni, da diversi angoli della Terra. Ci siamo rivisti due volte solamente. La prima mi regalò Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo Calvino. La seconda una mozzarella. Nonostante avessi già conosciuto Calvino a scuola, fino a quel libro non mi ero mai accorta di che ascendente avesse su di me. Ne sono praticamente dipendente. Ho adottato questa tattica: per ogni libro che leggo di un qualsivoglia autore, ne leggo anche uno di Calvino. È normale una tale ossessione per uno scrittore? Cosa farò quando avrò completato la sua bibliografia? Aiutami.

–Caterina

Cara Caterina,

mi auguro che tu non abbia preso – sempre in onore di quel vecchio amore di penna – anche l’abitudine di mangiare una mozzarella per ogni altro piatto che mangi. A occhio, non sarebbe una dieta molto bilanciata. Rischieresti di diventare come il tizio della barzelletta, quello che aveva scoperto un metodo per perdere un chilo al giorno e ogni sera festeggiava con una torta da un chilo. Ma il bibliopatologo deve porsi problemi diversi dal dietologo, e non so se sia una fortuna. Perché le mozzarelle non finiranno mai, almeno finché a questo mondo pascoleranno le bufale; i romanzi di Calvino, al contrario, sono un bene scarso.

Del resto, non era neppure un grafomane. Non potevi sceglierti Georges Simenon o P.G. Wodehouse? Anche tenendo un ritmo blando di lettura, presto ti si porrà il dilemma se continuare o meno nella tua ossessione. Per prospettarti i rischi della varie scelte, ti cito alcuni brani dalla Psicopatologia del lettore quotidiano di Stefano Benni, che Effe (vecchia rivista omaggio delle Librerie Feltrinelli) pubblicò a metà degli anni Novanta.

Il tuo pericolo principale, se persisti nella monomania calviniana, è quello di cadere nella tipologia che Benni chiama del Lettore Superiore (lector elitarius), colui che al termine del suo Giudizio Letterario Universale non salva che tre o quattro autori. Ma sono comunque troppi:

Soltanto nella zona dei Libri Superiori, da lui individuata in angolo apposito, egli si placa per raggiungere l’Unico Degno, il Solo Leggibile, il Vero Autore, Kostantin Markus Swolanowsky. Trovatolo sullo scaffale, lo sfiora con le dita e poi volge intorno uno sguardo di rimprovero che coinvolge:
a) i lettori che non comprano abbastanza Swolanowsky;
b) i librai che non l’hanno messo nella dovuta evidenza;
c) la cultura occidentale in genere.
Il Lettore Superiore diventa particolarmente pericoloso quando si accompagna, in veste di Consigliere, a un Lettore Normale. In questo caso il protocollo è il seguente: il Lettore Normale si avvicina timidamente ad un libro, lo sfoglia, poi volge gli occhi verso il Consigliere. Se incontra un’occhiata di disapprovazione, posa il libro e prosegue. Attraversa chilometri di volumi, sempre marcato strettamente e sempre dissuaso. Timidamente indica un libro, lassù sullo scaffale, che forse lo interesserebbe. Ma il commento del Consigliere è sempre lo stesso: “Robetta, ciarpame, scrittore improvvisato, romanzuccio stantio”. A questo punto il Lettore Normale si dirige tristemente verso il reparto Libri Superiori, dove rassegnato si lascia mettere in mano il terzo Swolanowsky mensile.

Vuoi davvero diventare il terrore dei tuoi amici Lettori Normali? Il tuo bibliodietologo ti suggerisce piuttosto, dopo aver trangugiato tutto Calvino, di rinunciare all’ossessione e di cullarti nello spaesamento del Lettore Indeciso, per sua natura più tollerante:

Il Lettore Indeciso entra in libreria, sceglie un libro, lo lascia, lo riprende in mano. Lo scambia con quattro pocket. Va verso la cassa, si pente, rimette i pocket al loro posto facendo crollare la pila, e li sostituisce con un libro d’arte da mezzo milione. Lo consulta a lungo con aria afflitta. Lo ripone e prende due guide turistiche della Camargue. Va alla cassa, si mette in fila, ma quando è il suo turno all’improvviso si scusa, torna indietro, ripone le guide e acquista lo Zibaldone di Leopardi. Si pente e nasconde Leopardi nel reparto fantascienza. Prende un libro di fantascienza, lo cambia con sei volumi della Storia d’Italia e poi alla fine compra un libro di barzellette. Tornerà il giorno dopo per cambiarlo.

Insomma, stai in guardia dal settarismo. Calviniana va bene, calvinista no.

Il bibliopatologo risponde è una rubrica di posta sulle perversioni culturali. Se volete sottoporre i vostri casi, scrivete a g.vitiello@internazionale.it.

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