11 ottobre 2019 17:10

Siamo ancora nel cono d’ombra del Joker. Chi non ha visto il film di Todd Phillips dovrebbe farlo, anche solo per lasciare liberi amici e/o parenti di parlarne, senza dover temere di fare spoiler all’amico e/o parente che non l’ha visto e che impedisce al dibattito di fluire liberamente. Altrimenti.

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La verità di Hiokazu Kore’eda è il film che ha aperto la Mostra del cinema di Venezia, ed è il primo film di Kore’eda dopo aver vinto la Palma d’oro a Cannes con Un affare di famiglia. Dopo il prestigioso premio il regista giapponese aveva manifestato la volontà di voltare pagina e così ha fatto con il suo primo film francese. Senza andare per il sottile ha scritturato due grandi dive: Catherine Deneuve e Juliette Binoche che interpretano madre e figlia. Deneuve è Fabienne, gloria del cinema francese che ha pubblicato un libro di memorie. Per celebrare l’avvenimento torna a Parigi la figlia Lumir (Binoche), sceneggiatrice che ha scelto di vivere a distanza di sicurezza dalla madre. Qual è la verità? Quella che racconta la diva nel suo libro o quella che ricorda la figlia? Nel cast anche Ethan Hawke, marito americano di Lumir.

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Si dice che la commedia romantica sia diventata una rarità nel cinema statunitense e infatti anche Non succede. Ma se succede… di Jonathan Levine non è una commedia romantica. Però è qualcosa che ci si avvicina abbastanza. Fred (Seth Rogen) è un giornalista d’assalto di Brooklyn e Charlotte (Charlize Theron) è il segretario di stato che aspira a diventare il prossimo presidente degli Stati Uniti. Anni prima Charlotte è stata la baby sitter di Fred. S’incontrano a un ricevimento e visto che Charlotte deve migliorare alcuni aspetti della sua immagine pubblica, decide di assumere Fred per aggiungere un po’ di pepe ai suoi discorsi. E Fred di pepe ne sparge in giro parecchio.

Non succede. Ma se succede… non è destinato a diventare un classico. Ma può piacere, almeno possono piacere alcune parti, forse proprio quelle che si avvicinano alla commedia romantica. Sono un fan totale di Charlize Theron (e sappiamo già che può fare alla grande la commedia) e da sempre un convinto sostenitore di Seth Rogen, quindi sono di parte. Nel cast anche Bob Odenkirk nei panni di un presidente un po’ scemo, Alexander Skarsgård (ironico, simpatico) e Andy Serkis come spesso succede ben camuffato.

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In Gemini man di Ang Lee, Will Smith interpreta un killer dei servizi segreti in disgrazia che deve vedersela con un nuovo pistolero, più giovane ed energico, appena arrivato in città. Il nuovo killer ha qualcosa di molto familiare? E certo, anche perché è sempre Will Smith ringiovanito grazie agli effetti digitali. Gli stessi effetti di cui ha usufruito Robert De Niro per The irishman, il film di Martin Scorsese che vedremo alla fine di novembre su Netflix. Brutta notizia per Jaiden Smith, scrive Peter Bradshaw sul Guardian, che finora sarebbe stato la scelta ideale per interpretare il padre da giovane. Se il ringiovanimento digitale sia una buona notizia per il cinema in generale lo vedremo nei prossimi anni. Se non altro una buona alternativa al ricorso al chirurgo plastico che ha cancellato per sempre dalla faccia della terra volti a cui saremo sempre affezionati.

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In uscita anche Brave ragazze, commedia di Michela Andreozzi in cui quattro donne di Gaeta, negli anni ottanta, s’improvvisano rapinatrici per dare una svolta alle loro insoddisfacenti esistenze. Le quattro brave ragazze sono Ambra Angiolini, Silvia D’Amico, Ilenia Pastorelli e Serena Rossi.

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